"HELLO, CLEVELAND!"
In questa sede verrà commentata la versione solamente audio di questa pregevole performance, ma è utile sapere che di questo live è disponibile la versione DVD e Blue-Ray. La versione cd viene presentata in due dischi: il primo disco presenta una parte di concerto dedicata al rock più energico e sincero del trio canadese, spaziando nella nutrita discografia del gruppo. Si apre con "The Spirit Of Radio", scoppiettante ed allegra, estratta da "Permanent Waves", per poi passare a brani tratti da "Hold Your Fire" e "Presto", per poi scegliere il più recente full-length "Snakes & Arrows", che sarà ben rappresentato per buona parte dell'intera setlist. La parte centrale dell'esibizione è senza ombra di dubbio il fulcro della serata, dato che i Rush hanno riproposto il celeberrimo disco "Moving Pictures" in tutta la sua interezza. Sembra quasi superfluo rimarcare come la band canadese non senta il passare degli anni e come riesca a riprodurre fedelmente brani indimenticabili come "Tom Sawyer", "Limelight", "Red Barchetta" e la funambolica ed inconfondibile "YYZ". E' un vero e proprio piacere per l'ascoltatore potersi godere quest'esibizione sopraffina in una buona qualità audio, dato che l'impressione costante che si ha durante l'ascolto è di essere proprio lì a Cleveland nell'Ohio, ad assistere a questo viaggio nel tempo nella musica dei Rush. La parte audio, in mancanza di quella video, è sicuramente un punto di forza in questo ricco e variegato live. Terminata la parte dedicata a "Moving Pictures", gradita dal pubblico con grandi boati d'entusiasmo, e che immaginiamo che sia accorso numeroso all'evento, si passa all'ultima parte della setlist dei canadesi, che si addentra negli anni '70 della band: con equilibrio ed equità, un brano viene estratto da "2112", da "Farewell To Kings" e "Hemispheres", dove i Nostri hanno scelto l'immancabile "La Villa Strangiato". Si chiude poi in bellezza con "Working Man", tratto dal primo ed omonimo album "Rush".
"WE HOPE TO SEE YOU ALL SOMETIME DOWN ON THE ROAD!"
Alla fine di "Time Machine 2011: Live In Cleveland" non si può non rimanere appagati e soddisfatti da questo concerto, dove è stata coperta in maniera sufficientemente adeguata la nutrita discografia dei Rush, cercando di accontentare i fan nei limiti del possibile - dato che questi ultimi solitamente sono parecchio eterogenei e possono avere opinioni molto diverse sul gruppo canadese. C'è chi potrà storcere il naso per la mancanza di canzoni prese da "Grace Under Pressure" o da "Fly By Night", per citare delle assenze eccellenti, ma sicuramente i Nostri si sono fatti ampiamente perdonare con la riproposta per intero del già citato "Moving Pictures". Per di più, non è mancato un assaggio del nuovo album "Clockwork Angels", con "B2UB" e "Caravan", che non sfigurano affatto nella setlist, ed anzi, stimolano una certa curiosità circa l'imminente nuovo full length dei canadesi.
Un'ultima osservazione non meno importante va fatta alla performance del trio: impeccabili da un punto di vista strumentale e tecnico, con un Neil Peart in ottima forma ed acrobatico come sempre e con un Alex Lifeson non da meno alla chitarra; d'altronde, dai Rush non ci si poteva aspettare altrimenti e persino da un punto di vista vocale non si può rimanere meno colpiti. Geddy Lee, bassista e cantante, non è certamente più giovane, ma conserva più o meno intatto lo stile inconfondibile tramite il quale ha reso i Rush così peculiari. Non è mai stato universalmente apprezzato il suo stile canoro, ad onor del vero, ma di certo non si può criticarlo, dato che il buon Geddy regge bene il passare del tempo.
Chi scrive non pensa ci sia molto altro da aggiungere, se non che questo "Time Machine 2011: Live In Cleveland" sia la testimonianza di una performance di assoluta qualità da parte dei Rush. Ci sono band che con gli anni perdono di forza nelle esibizioni, sentendo il fardello degli anni e diventando fantasmi di loro stessi: fortunatamente, esistono band come i Rush, che non fanno che migliorare con gli anni, conservando meritatamente il proprio posto nell'Olimpo delle grandi band da non perdere in sede live. Chapeau!