The Brian Jonestown Massacre
Take It From The Man!

1996, Bomp! Records
Psychedelic Rock

Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 20/11/11

E' come uno show di luci liquide e colorate, girate da una vecchia cinepresa. Il secondo album della compagine di Newcombe è un'evoluzione camaleontica che mantiene il caledoscopio sonoro di Methodrone solo nella conduzione melodico-vocale e nel mood "svogliannebbiato" tipico della loro anima '60s, mentre ne abbandona l'impatto vaporoso ed elettrico del debutto. Certo, sono sempre loro: coi neuroni un po' partiti, ma con una voglia di suonare di gusto molto più immediata e genuina di prima. "Take It From The Man!" vince su una cosa molto semplice: l'impressione che si sia scritto da solo, un pezzo dopo l'altro, senza sforzi; ossia il nostro modo di ritenere, innanzitutto, che sia un disco ispirato. E' a suo modo un divertissement anacronistico ai massimi livelli, a partire dalla produzione che suona vintage come la musica stessa. Sebbene l'anno d'uscita sia il 1996 questo disco immerge l'ascoltatore in quel garage-acido di fine anni 60, pertanto parliamo sì di un'antiavanguardia sgangherata e catalettica, ma anche di pura e semplice sincerità artistica.

Sprezzanti di qualunque leit motiv loro contemporaneo, la scaletta è una brillante serie di tunes tutte riconoscibili per l'unità di stile, sebbene assai variegate, vivide e accattivanti. Il lotto di ben diciotto brani è aperto da "Vacuum Boots" e il primo pensiero può già andare ai Rolling Stones dei tempi d'oro e alle chitarre Richardsiane (vedi "All Down The Line"), alla quale viene applicato, però, un animo che non si confà alla festa o alla ribellione come nel caso degli Stones quanto piuttosto alle agrodolci stravanganze di chi sta solo giocando a vivere. Su questa falsariga emotiva procedono anche  "Who", "Oh Lord", "Caress", con esiti sempre degni di nota: i The Brian Jonestown Massacre già dopo i primi pezzi distorcono la percezione temporale dell'ascoltatore ("ma che anno è?"), mantenendo una sostenuta freschezza retrò. I toni cambiano sulle note di "(David Bowie I love you) Since", gli accordi (nutriti di fisarmonica) riprendono in parte l'introduzione di Space Oddity, il motivo dev'esser proprio l'amore che lega Anton Newcombe a David Bowie... Il risultato è onirico e romantico allo stesso tempo, sì, l'impressione è proprio quella della canzone melanconicamente amorosa. Evitiamo di dilungare troppo il discorso analitico dei brani per snocciolare l'essenziale, le più felici rappresentazioni di questa sbornia sixties fra sussulti Mod (Small Faces) e acidità psichedeliche. Fra queste "Mary, Please" è una delle più fricchettone: la metrica è volutamente singolare, priva di ritornello, ma popolata di "strofe" che rimescolano la stessa linea melodica più e più volte sortendo l'effetto "svogliannebbiato": suonare sull'inerzia dell'abbandono mentale. "Cabin Fever" è, invece, una sorta di nenia narcotica che varia sul tema per sette minuti, con una certa delicatezza naive. Gran finale è la seconda versione di "Straight Up And Down", carrozzone di undici minuti di rock scintillante dotato della combinazione strofa-ritornello più orecchiabile, le chitarre limpide e il lieve organo sono la spina dorsale di un pezzo semplicissimo tecnicamente parlando, ma che suona come il più partecipato dei tributi: sulla scia rollingstoniana echi di "Sympathy For The Devil" e su quella beatlesiana "Hey Jude".

Finita la proiezione a pellicola di queste variopinte luci la nostra percezione della storia resta immutata: il volto di quegli anni Novanta non si commosse a tal punto per la nostalgia del passato. La neo-psichedelia di "Take It From The Man!" è ispirata innegabilmente alla stagione dei figli dei fiori e ne riprende le stesse sonorità materiali, ma per trascenderne, poi, una sintesi che offre il fascino dolceamaro della rievocazione di qualcosa che ormai non c'è più.



01. Vacuum Boots
02. Who?
03. Oh Lord
04. Caress
05. (David Bowie I Love You) Since I Was Six
06. Straight Up And Down
07. Monster
08. Take It from The Man
09. B.S.A
10. Mary Please
11. Monkey Puzzle
12. Fucker
13. Dawn
14. Cabin Fever
15. In My Life
16. The Be Song
17. My Man Syd
18. Straight Up nd Down (Long Version)

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