Magnum
Evolution

2011, SPV
AOR

Un gruppo storico alle prese con una raccolta molto particolare
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 23/11/11

Tornare a parlare dei Magnum è sempre un piacere. La band dei fuoriclasse Tony Clarkin (chitarra) e Bob Catley (voce), nata a Birmingham nel ’72 e letteralmente esplosa negli anni ottanta, continua il proprio percorso discografico nel segno della stabilità dopo lo scioglimento avvenuto tra il 1994 e il 2000. Stabilità che la tedesca SPV ha sottoscritto nero su bianco con la proposta di un contratto a lungo termine ed oggi, dopo un sodalizio durato dieci anni e cinque dischi, il favore è contraccambiato con una raccolta davvero speciale, lungi dall’essere il tipico raccordo commerciale piazzato a metà tra un album e quello successivo. Mettetevi comodi e parliamone.


"Evolution" nasce da un’esigenza ben precisa del gruppo inglese che, con l’ultimo "The Visitation", ha raggiunto, in termini di produzione in primis, un nuovo e più elevato standard. L’obiettivo è presto definito: raccogliere i migliori due brani per ognuno dei cinque dischi pubblicati sin qui con SPV e re-inciderli cercando di donar loro una veste simile a quella dell’ultimo nato. Un lavoraccio inutile? Nemmeno per idea, perché una volta infilato il dischetto nel lettore la magia prenderà il sopravvento sui dubbi. Se siete fan di vecchia data e perciò ascoltate i Magnum con regolarità, vi accorgerete all’istante delle migliorie approntate, tra le quali si evidenziano una più approfondita pulizia dei suoni e un migliore bilanciamento dei volumi. I vecchi brani gioiscono e risplendono sotto una luce completamente nuova, ammaliante, riuscendo addirittura a farci perdere l’orientamento: come se si trattasse di canzoni nuove di zecca anziché di classici del passato. Chiaramente rimangono inalterati i due estratti da “The Visitation”, il metro di paragone, ne traggono invece vantaggio la doppietta di “Breath Of Life”, di “Brand New Morning” e soprattutto quella di “Princess Alice And The Broken Arrow”, un lavoro che zoppicava proprio a causa di una produzione scarsa. I regali più ambiti sono collocati a fine disco, si tratta delle inedite “The Fall” e “Do You Know Who You Are?”, la prima giocata su un riff di chitarra fresco e brioso, la seconda invece, come da prassi, molto più intensa e riflessiva. Due pezzi da non considerare b-sides, per nessun motivo.


Grazie a questa nuova veste, nettamente più rock e catchy, i Magnum dimostrano di saper lavorare alla grande anche su una “semplice” raccolta e il sold-out della prima stampa, andata a ruba a scatola chiusa, è la conferma della fiducia che i fan ripongono in loro. L’elegante digibook che avvolge il disco, infine, incrementa il valore di un prodotto che merita di essere ascoltato e collezionato come un qualsiasi altro LP degli artisti inglesi: fatevi un regalo, non ve ne pentirete.





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