Theory Of A Deadman
The Truth Is...

2011, Roadrunner Records
Rock

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 31/12/11

Se volessimo utilizzare proprio le parole di una canzone dei Theory Of A Deadman per descrivere la loro quarta fatica, intitolata "The Truth Is...", chi scrive userebbe proprio quelle di una loro fortunata canzone e parecchio apprezzata dalla sottoscritta; parliamo di "Not Meant To Be", tratta dal loro terzo album "Scars And Souvenirs", che era di buona fattura. Ma passiamo alla citazione, che si ritiene essere piuttosto calzante con l'album in esame: "It's like one step forward and two steps back".


I canadesi, se con il precedente album chiamato in causa, erano riusciti ad affermarsi con un full-length di buona qualità e potenza, con la nuova fatica fanno un deciso quanto palese passo indietro. Le sonorità rock sono meno robuste, meno potenti, a volte si può sfociare nel pop rock più radiofonico ed orecchiabile - senza intendere alcuna offesa verso chi è dedito a questo genere, è semplicemente una constatazione. Si prenda come esempio la titletrack dell'album, che presenta una struttura piuttosto debole, musicalmente parlando, ed un testo che cerca di essere divertente e pungente, come sono sempre stati i testi della band canadese, con un risultato piuttosto mediocre. Come esempio positivo di brano leggero e frizzante, invece, si può benissimo citare "Bitch Came Back". La canzone in questione è una sorta di remake di un brano del Muppet Show, ovvero "The Cat Came Back". Risulta essere una canzone rivolta ad una ex-fidanzata non esattamente virtuosa, ma molto appiccicosa anche dopo la fine della relazione. Un altro esempio ben riuscito è senz'altro "Gentleman", un vero e proprio inno per qualsiasi ragazzo che, data la sua buona educazione, non viene considerato dalle ragazze che cercano il classico partner "bello e dannato", salvo poi ricredersi e preferire il ragazzo beneducato dal faccino pulito.


Avendo parlato anche dei testi, a questo punto è doveroso osservare che le tematiche delle canzoni vertono su rapporti alquanto tormentati e burrascosi e molto spesso la percezione che si ha dell'amore in queste canzoni è tutt'altro che positiva. Però, chi scrive ha avuto alcune perplessità per quanto riguarda lo stile dei Nostri, specie in "Love Is Hell": un conto è essere arrabbiati e scrivere testi duri, anche volutamente ironici, ma un altro conto è scrivere "Love is shit". Ora, ognuno è libero di scrivere come meglio crede, ma un pizzico di cura in più non guasterebbe. Certo, nel rock non si chiede di essere dei poeti, anzi, si richiede una certa spensieratezza e leggerezza, caratteristica dei Theory Of A Deadman, ma esiste una linea sottile tra leggerezza e superficialità.


Esclusione fatta per dei buoni brani solidi come "Lowlife", "Gentleman", "We Were Men" e "Drag Me To Hell", i restanti brani risultano piuttosto deboli e mediocri, privi di verve e di grinta. Per non parlare della debolezza della ballata "Easy To Love You". Forse i fan dei canadesi potranno apprezzare di più quest'album, ma comunque resta evidente che questo sia un passo indietro rispetto a quanto fatto fino a questo momento. Un passo indietro fatto di melodie deboli e mediocri. Un vero peccato.





01. Lowlife
02. Bitch Came Back
03. Hurricane
04. Out Of My Head
05. Gentleman
06. Love Is Hell
07. The Truth Is...(I Lied About Everything)
08. Head Above Water
09. Drag Me To Hell
10. What Was I Thinking
11. Easy To Love You
12. We Were Men

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool