Quest'album di debutto è composto da dieci canzoni, nove, se si vuole escludere l'introduzione iniziale, "The Bitter Rise", appartenenti al già citato hard rock, con poche variazioni o stravolgimenti nel corso dell'ascolto. La cattiveria non manca ai Nostri, che vanno dritti al sodo, con una forza dirompente in "Already Gone", o anche in "Tryin' To Be Like You". Si può apprezzare un certo dinamismo in "New Flow Rising" che non perde in nessun modo la carica esplosiva, peculiarità di questo gruppo proveniente dal Veneto. C'è però quella sensazione, tipica dell'album di debutto, che il gruppo possa fare decisamente di più: in brani come "The Wankerss Got A War" od anche "Stuck (Just To See You Go)" si ha l'impressione che siano canzoni solamente gradevoli o piacevoli da ascoltare, mancando di quel guizzo che fa genera il colpo di fulmine e che invoglia l'ascoltatore a riascoltarle ed a scatenarsi veramente. Intendiamoci, è anche normale in un album di debutto, ed è concessa anche una certa ripetitività di fondo, poiché non si può rischiare tutto, o sfoderare tutte le proprie abilità, al primo full-length. Pertanto, questo difetto rimane tutto sommato accettabile, se si comprende che quest'album comunque nasce con l'intento di far ballare, divertire e scatenare gli ascoltatori. Si attende comunque di vedere come procederà la maturazione di questa band.
Per quanto "Tales For A Sweet Demise" si inscriva perfettamente nella tradizione dell'hard rock scandinavo, non brillando di originalità, il lavoro rimane comunque godibile e ben confezionato - tranne per la brutta copertina, francamente pure un po' inquietante - e sicuramente vale la pena ascoltarlo per ottenere del discreto hard rock.