Metallica
Beyond Magnetic [EP]

2011, Universal Music
Thrash

Riusciranno i nostri a redimersi dopo il tonfo registrato con "Lulu"?
Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 09/01/12

Chi ama davvero alla follia una band non ne ha mai abbastanza. Chi ama davvero il proprio lavoro non farebbe altro nella vita. Mettete insieme le due cose e, almeno in via del tutto teorica, quello che dovreste ottenere è un discreto numero di persone felici e soddisfatte che non fanno altro che soddisfare i reciproci appetiti. I Metallica costituiscono però una variabile talmente refrattaria a qualsiasi pronostico da rendere questa semplice addizione una sfida per matematici.

Depressi ed amareggiati dalla recentissima e tanto strombazzata collaborazione con lo storico Lou Reed, ci accostiamo a questo mini con un misto di paura e leggero raccapriccio. “Beyond Magnetic” viene però presentato come un Ep composto da quattro estratti risalenti alla registrazioni di “Death Magnetic” e questo già basta a rassicurarci almeno un pochino (o no?). Prendiamo così il coraggio a due mani e ci tuffiamo nell’ascolto e ecco che la sorpresa ci coglie puntualmente impreparati. “Hate Train” è un sunto saporito ma senza troppe pretese delle sonorità che hanno segnato l’ultimo Lp dei ‘tallica. Una partenza spedita ci conduce senza dover attendere troppo (le prolisse introduzioni strumentali stanno diventando una piaga) nel vivo di un brano piacevolmente “facile” da acquisire, ma non privo di fascino, a metà tra “The Day That Never Comes” e “Prince Charming”. “Just A Bullet Away [Shine]” è ancora più generosa della precedente sia in termini di ricchezza di composizioni, che di mera energia trasmessa dai qui indiscutibilmente ritrovati Four Horsemen. Che il pezzo manchi di arrangiamento è fuor di dubbio, al punto che nel passaggio tra la prima parte tirata e ficcante e quella successiva più intimista e puramente strumentale, tutto si ferma e non si trova alcun tipo di collegamento sonoro. Insomma la mancanza del belletto si sente ma è tutto piacere guadagnato. “Hell And Back” è probabilmente l’unico estratto ad avere un netto sapore di B-side, ma non per questo sgradevole. Il lavoro alle chitarre nella parte in crescendo lo riscatta comunque completamente. Completa il lavoro “Rebel Of Babylon”, che con i suoi otto e passa minuti mette in chiaro, una volta per tutte, che in casa Metallica l’ispirazione è tornata a farla da padrone. Siamo dalle parti della cover di “Am I Evil” seppure la personalità della band sia chiaramente quella più recente.

Un Ep che ricorda le muscle car dei tempi andati con i loro motori potenti e le linee spoglie ed aggressive. Per chi ha amato anche l’ultimo “Death Magnetic” con i suoi suoni asciutti fino all’arsura e le sue partiture elefantiache, “Beyond Magnetic” non può che essere  una fonte di godimento aggiunto, all’altezza dell’Lp d’origine ed a tratti anche superiore. Per tutti gli altri un lavoro tecnicamente interessante ma nulla più.



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