“Forever More” è il nome del secondo disco della band inglese Awake, che giunge a quattro anni di distanza dal debut album “Illumination”. Quattro anni che in casa Awake hanno portato ad un grande e sostanziale cambiamento: il fondatore e chitarrista della band Richard Hall lascia la band ed al suo posto arrivano due fratelli (Andy e Steven Coles) che donano stabilità alla formazione e aggiungono un pizzico di heavy metal in più.
La stesura di “Forever More” inizia un anno dopo la pubblicazione di “Illumination” e tra una peripezia e l’altra il combo britannico riesce oggi a proporci un album che spazia su più fronti: partendo dalla base prettamente prog fino a giungere a sonorità più propriamente classiche e heavy. La fusione di generi è sostanzialmente azzeccata, le tematiche che vengono affrontate nel disco sono incentrate sull’esperienze dei membri in fatto di amore e perdite, che in buona sostanza ci vengono servite per poterci rispecchiare ed addentrarci ancor più profondamente nel lavoro. La calda e greve voce di Simon Shedwell fornisce un’ottima prova, variando, a seconda dell’occasione, timbro e tonalità. Si crea così, assieme alle graffianti e drammatiche note di chitarra e tastiera un quadro dalle molteplici sfumature. Brevi cavalcate ritmiche come “Realease Me” si contrappongono a momenti tristi e intimi di “Closing The Doors”. I Nostri non si fanno mancare nulla e il disco scorre nelle nostre orecchie che è un piacere.
Se siete alla ricerca di un album un po’ diverso dal solito, che non si fossilizzi sugli stessi cliché del genere, gli Awake fanno al caso vostro. Dategli una chance.
La stesura di “Forever More” inizia un anno dopo la pubblicazione di “Illumination” e tra una peripezia e l’altra il combo britannico riesce oggi a proporci un album che spazia su più fronti: partendo dalla base prettamente prog fino a giungere a sonorità più propriamente classiche e heavy. La fusione di generi è sostanzialmente azzeccata, le tematiche che vengono affrontate nel disco sono incentrate sull’esperienze dei membri in fatto di amore e perdite, che in buona sostanza ci vengono servite per poterci rispecchiare ed addentrarci ancor più profondamente nel lavoro. La calda e greve voce di Simon Shedwell fornisce un’ottima prova, variando, a seconda dell’occasione, timbro e tonalità. Si crea così, assieme alle graffianti e drammatiche note di chitarra e tastiera un quadro dalle molteplici sfumature. Brevi cavalcate ritmiche come “Realease Me” si contrappongono a momenti tristi e intimi di “Closing The Doors”. I Nostri non si fanno mancare nulla e il disco scorre nelle nostre orecchie che è un piacere.
Se siete alla ricerca di un album un po’ diverso dal solito, che non si fossilizzi sugli stessi cliché del genere, gli Awake fanno al caso vostro. Dategli una chance.