Litfiba
Grande Nazione (Deluxe Edition)

2012, Sony Music
Rock

Primo disco d'inediti per il duo Pelù - Renzulli dopo 13 anni. Valeva la pena riunirsi?
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 17/01/12

Ragazzi, per l'album manca poco. Vi aspettiamo al varco!
No Piero, siamo noi che vi aspettiamo al varco!


Questo è stato lo scambio di battute tra Piero Pelù ed un fan posto nelle retrovie alla fine del concerto di Sabaudia, lo scorso 23 luglio (qui il live report della data citata). Appurata la ritrovata sinergia ed il grande impatto sonoro in campo live, macinare concerti su concerti oramai non basta più: il duo Pelù – Renzulli si trova nella non facile posizione di dare un senso concreto alla reunion che li ha visti protagonisti a fine 2009. Nel 1999 “Infinito” fu l'epitaffio che sanciva la fine dell'intesa tra i due membri storici dei Litfiba, e a tredici anni di distanza quegli stessi protagonisti si vedono costretti a rispondere ad una domanda tanto semplice quanto scottante: valeva la pena riunirsi?


Come è difficile per i diretti interessati rispondere al quesito posto, dall'altra parte della barricata è altrettanto arduo appropinquarsi a “Grande Nazione”: è necessario infatti sradicare qualsiasi preconcetto od aspettativa che possa inficiare il giudizio di ogni singola composizione. Soprattutto, è obbligatorio escludere ed evitare sin dal principio qualsiasi confronto col passato della band; cercare somiglianze o vaghe influenze dai lavori degli anni '90 è inutile, se non addirittura fuorviante e dannoso. I Litfiba del 2012 nascono da un Renzulli ed un Pelù che durante la scorsa decade hanno maturato percorsi musicali indipendenti l'uno dall'altro, esperienze completamente differenti sotto certi aspetti. Tali premesse sono necessarie per comprendere al meglio la strada che il duo ha deciso di intraprendere.


“Grande Nazione” sin dalle prime note colpisce in maniera inaspettata, letteralmente: “Fiesta Tosta” è una opener davvero d'impatto, tirata e con una sezione ritmica compattissima ed energica come non si sentiva da tempo. Anche il testo, benché rimanga fedele allo stile filastrocca dell'ultimo Pelù, è costruito discretamente, ironico e pungente in più d'una occasione (vedasi i riferimenti ai presunti festini dell'ex premier). Grande spazio, ovviamente, è lasciato alle chitarre di Renzulli, il quale appena possibile piazza assoli non intricatissimi, ma sempre di buon gusto. Generalmente la sensazione che si ha durante l'ascolto dell'intera opera è quella di una ritrovata sinergia delle parti anche in studio. La cosa più importante, tuttavia, è che ognuno ha ritrovato la posizione che gli spetta: Ghigo si è concentrato sugli arrangiamenti, Piero con meno distrazioni (ricordiamo che nei lavori solisti si occupava spesso anche della composizione musicale) ha potuto prestare maggiore attenzione nei testi. Ciò lo si percepisce particolarmente in canzoni come “Anarcoide” (testo non ispiratissimo, ma comunque valido e supportato da un arrangiamento davvero ben riuscito), la stessa sontuosa titletrack o brani più pacati e dalla bella atmosfera come “Elettrica” ed ancor di più in “La Mia Valigia”, ottima ballad posta a conclusione del disco.


Grazie ai già citati buoni arrangiamenti (degna di citazione in tal senso è l'essenziale “Dimmi Dei Nazi”, bonus track dell'edizione deluxe di “Grande Nazione” tratta dalla colonna sonora del documentario “Pivano Blues – Sulla Strada Di Nanda”) e all'ottima produzione di Tim Palmer, il sound dei redivivi Litfiba è quanto di più compatto e robusto ci si potesse aspettare dopo i primi due inediti post-reunion “Sole Nero” e “Barcollo”: lo stile renzulliano è sempre riconoscibile, ma finalmente c'è quel tocco di modernità che non guasta.


Tutto bene dunque? Non esattamente. Il globale buon lavoro compositivo è inficiato da sviste di non poco conto che fanno fatica ad essere accettate o perdonate. Dopo un anno e mezzo di lavorazione (i brani sono stati pensati e composti tra il tour invernale di “Stato Libero” e la trance europea 2011, quest'ultima inoltre documentata dalle riprese del docufilm di un'ora “Cervelli In Fuga”) alcune sbavature potevano essere evitate: “Tra Te E Me” soffre, soprattutto nella parte finale, di una ridondanza eccessiva, la stessa “Fiesta Tosta”, seppur buona negli arrangiamenti impetuosi, ha un testo che, analizzandolo bene, si apprezza principalmente per l'azzeccata ironia sull'argomento, nulla più. A proposito di testi, è inspiegabile la scelta di inserire nell'album e scegliere come primo singolo un brano come “Squalo”: brutto, mal costruito e condito da una linea vocale a tratti fastidiosa (Pelù che raddoppia le consonanti per rimanere in metrica è quanto di peggio si possa ascoltare). Non si tratta di contestare il significato del testo (aperta critica all'odierno sistema finanziario che si concentra unicamente sul profitto e sul rendiconto personale), quanto il significante, la forma, la scelta delle parole con cui esprimere il concetto. Tra l'altro lo stesso incedere del brano, né veloce né lento, cozza con i ritmi che caratterizzano “Grande Nazione”. “Squalo” è una canzone che in questo contesto non ha motivo d'esistere, e constatare che persino gli autori hanno ammesso che “è la peggiore di tutto l'album” non fa altro che confermarlo.


Alla luce dei fatti esposti, torniamo alla domanda iniziale: valeva la pena riunirsi? Tirando le somme, facendo il netto di ciò che i Litfiba di oggi offrono, sì, seppur con qualche riserva. “Grande Nazione” conferma che il risultato è più della somma delle parti: Renzulli ha libertà assoluta sugli arrangiamenti, Pelù ha il solo compito di scrivere i testi, ed il risultato è generalmente convincente, senza dubbio superiore rispetto gli ultimi lavori che i Nostri hanno pubblicato quando erano separati. Non è un disco perfetto, benché si posizioni sopra la media che il mainstream rock italiano attualmente offre, ma è indubbia la bontà di fondo che permea il lavoro in questione.


In conclusione, “Grande Nazione” conferma che dopotutto la reunion del nucleo storico dei Litfiba aveva effettivamente motivo d'esistere. Mai sono stati perfetti e mai lo saranno, ma non si può negare che l'intesa ritrovata è palese e palpabile. Bentornati.





01. Fiesta Tosta
02. Squalo
03. Elettrica
04. Tra Te E Me
05. Tutti Buoni
06. Luna Dark
07. Anarcoide
08. Grande Nazione
09. Brado
10. La Mia Valigia
11. Dimmi Dei Nazi (Bonus Track)

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