Primal Fear
Unbreakable

2012, Frontiers Records
Power Metal

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 19/01/12

Sono fermamente convinto che la musica sia stata forgiata eoni fa con l’unico scopo di cullare i sentimenti e alleviare le pene di noi mortali raminghi del globo terracqueo. Per questo motivo, per quanto sia invidiabile la ricerca e l’espressione formale della tecnica, delle volte abbiamo bisogno esclusivamente di sostanza. E nel metal nessuno più degli insospettabili germanici si prodiga in tal senso. Così, quando sono un po’ giù, grufolo tra i miei scaffali e sfilo un disco che di volta in volta può essere dei Gamma Ray, degli Helloween, degli Iron Savior, dei Running Wild, dei Grave Digger (la lista continua a scorrere allungandosi vertiginosamente) o dei Primal Fear per cercare sollievo nelle note toste ma sempre melodiche, strano a dirsi, dei figli scapigliati della Germania. E nel primo mese del 2012 tornano sul mercato proprio i Primal Fear di Ralf Scheepers e Mat Sinner, tra i paladini più famosi dello speed/power teutonico. Così scopriamo che i ragazzacci capitanati dalla formidabile ugola d’oro ex Gamma Ray ancora non si sono stancati, al pari dei loro cugini, di pedalare con la stessa marcia sotto il vessillo dell’heavy metal e di battere determinati la propria pista.

"Unbreakable" - l’Infrangibile, un nome una garanzia - è il nono album in studio rilasciato dai musicisti di Esslingen, città del Baden-Württemberg situata nel versante sud-occidentale del Paese, e come da tradizione non delude le aspettative, così come non le supera (anche questo per principio incontrovertibile). "Unbreakable" è un disco endemicamente refrattario che non perde mai di tensione se non nelle cedevoli sortite della band nel filone delle ballad (“Where Angels Die” e “Born Again”) e convince per la compattezza, per la velocità e per il gusto delle melodie semplici ma accattivanti (“Unbreakable Pt. II” e “Marching Again” da preferire su tutto).

I Primal Fear con "Unbreakable" dimostrano di non aver perso la voglia di suonare e senza grandi pretese confezionano un disco quadrato e piacevole, impreziosito dalla strepitosa voce di Scheepers, che dimostra, se ancora una volta ce ne fosse bisogno, che la gente non sa cosa si perde a non essere metallari.





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