Chi non ha mai sentito parlare dei Virgin Steele del carismatico David De Feis? Ogni buon metallaro, che in cotal maniera si definisca, volente o nolente, deve per forza di cose essere incappato in una canzone, album o concerto dell’esperta formazione statunitense. I Virgin Steele sono una di quelle band storiche che finché avrà la possibilità di far musica, lo farà con dovuta attenzione, soprattutto suonando col cuore e non pensando al vil danaro che molto spesso corrompe le vene degli odierni musicisti. Nella trentennale carriera dei Virgin Steele, i picchi musicali sono stati molteplici, da “Noble Savage”, passando per “Invictus” e i due “Marriage”, punti di qualità e di indubbia solidità. Ognuno ha eletto a miglior disco personale della band un album che per altri è stato solo mediocre: questa è stata la vera forza di De Feis e soci.
Questo “Age Of Consent” è un’ennesima riedizione di uno dei cd storici della formazione che permetterà ai neofiti del metallo epico di farsi una cultura approfondita sulla band, di capire come tutto è nato e come si è evoluto, e permetterà ai fan di vecchia data di rituffarsi in un periodo storico forse ultimamente un po’ troppo dimenticato e oscurato. Questa reissue ha visto un egregio lavoro di mixing e mastering, lasciando inalterate le tracce musicali e cantate del platter. Il risultato è molto buono (certo il sound ottantiano lo si sente eccome, soprattutto se paragonato a certe produzioni moderne bombastiche e potenti), canzoni evergreen che non moriranno mai trovano nuovo splendore, restaurate e agghindate di tutto punto si rivelano essere oasi nel deserto. “The Burning Of Rome”, “Let It Roar” e “Lion in Winter” vanno ascoltate per poter capire quello che ho appena scritto, brani immortali che rimarranno tali e impressi nella mente (orecchie) di ognuno. Come non citare poi la commovente “Cry Forever”, esempio di come anche il cuore più duro possa essere sciolto in poche semplici note. C’è anche spazio per un ulteriore disco contenente alcune bonus track inedite, qualche cover e la versione pianistica di “Noble Savage”.
Un disco che non dovrebbe mancare sulla mensola di ogni estimatore dell'epic metal, ,a che dovrà presenziare anche su quella delle giovani leve, le quali troppo spesso si concentrano sulle band moderne e poco spazio lasciano alla storia del metal, lì dove tutto è nato, negli anni ottanta che mai ritorneranno e che sono stati nucleo pulsante di una rivoluzione musicale che è tutt’ora in corso. Lunga vita ai Virgin Steele.
Questo “Age Of Consent” è un’ennesima riedizione di uno dei cd storici della formazione che permetterà ai neofiti del metallo epico di farsi una cultura approfondita sulla band, di capire come tutto è nato e come si è evoluto, e permetterà ai fan di vecchia data di rituffarsi in un periodo storico forse ultimamente un po’ troppo dimenticato e oscurato. Questa reissue ha visto un egregio lavoro di mixing e mastering, lasciando inalterate le tracce musicali e cantate del platter. Il risultato è molto buono (certo il sound ottantiano lo si sente eccome, soprattutto se paragonato a certe produzioni moderne bombastiche e potenti), canzoni evergreen che non moriranno mai trovano nuovo splendore, restaurate e agghindate di tutto punto si rivelano essere oasi nel deserto. “The Burning Of Rome”, “Let It Roar” e “Lion in Winter” vanno ascoltate per poter capire quello che ho appena scritto, brani immortali che rimarranno tali e impressi nella mente (orecchie) di ognuno. Come non citare poi la commovente “Cry Forever”, esempio di come anche il cuore più duro possa essere sciolto in poche semplici note. C’è anche spazio per un ulteriore disco contenente alcune bonus track inedite, qualche cover e la versione pianistica di “Noble Savage”.
Un disco che non dovrebbe mancare sulla mensola di ogni estimatore dell'epic metal, ,a che dovrà presenziare anche su quella delle giovani leve, le quali troppo spesso si concentrano sulle band moderne e poco spazio lasciano alla storia del metal, lì dove tutto è nato, negli anni ottanta che mai ritorneranno e che sono stati nucleo pulsante di una rivoluzione musicale che è tutt’ora in corso. Lunga vita ai Virgin Steele.