Stahlmann
Quecksilber

2012, AFM Records
Industrial Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 07/02/12

In un mondo abitato da automi persi nel loro sterile grigiore e nella mortifera ritualità dei loro gesti, soltanto gli amplificatori di un club notturno riescono a regalare attimi di evasione e un'agognata parvenza di vitalità. “Quecksilber”, il secondo album degli Stahlmann, vuole porsi all'attenzione del pubblico come un tributo a queste immagini che richiamano vagamente lo stile di “Blade Runner” (capolavoro cinematografico del 1982 firmato da Ridley Scott); basta dare un'occhiata all'agghiacciante copertina, dove il frontman Mart si mette in mostra con la sua pelle lucida e argentata, per rendersene conto.

Lasciando da parte il look tremendamente kitsch e discutibile, il duo teutonico si impone alla nostra attenzione grazie a ben altri meriti, in primis un sound che trae libero spunto dall'industrial metal dei connazionali Rammstein ma che, senza rinunciare alla componente chitarristica, riserva un occhio di riguardo ad un'elettronica aggressiva, memore di valorose gesta EBM ed electro-goth (da qui il rimando ai club notturni di cui sopra). Per cui libero spazio alla melodia ruffiana, tamarra, tipicamente tedesca (con la voce grave ed austera del buon Mart a condurre le danze, come sulla trascinante “Spring Nicht” o sul singolo di lancio “Tanzmaschine”), ma anche all'inquietante glacialità gotica del sintetizzatore (“Asche”, “Am Grunde”) e all'avanzare lento e ossessivo degli archi in sottofondo (“Engel Der Dunkelheit”).

L'originalità è senza dubbio un concetto estraneo a questo “Quecksilber”, ma considerando lo stato in cui versa la scena musicale d'appartenenza è doveroso da parte nostra distinguere i semplici follower da coloro che hanno un messaggio autentico da trasmettere ai propri ascoltatori. Gli Stahlmann, nonostante la strada per il capolavoro sia ancora lunga, appartengono a quest'ultima categoria; la loro seconda fatica discografica conferma a pieno titolo la qualità intrinseca della loro proposta e la posizione di rilievo assunta dalla band nell'odierno panorama industrial metal.





01. Engel Der Dunkelheit
02. Spring Nicht
03. Tanzmaschine
04. Asche
05. Mein Leib
06. Am Grunde
07. Goetter
08. Schmerz
09. Diener
10. Tanzmaschine (Club Remix)

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