Vi ricordate di Cristiano Filippini vero? L’autore di “The First Crusade”, album interamente orchestrale che poco tempo fa avete trovato recensito proprio su queste pagine, è tornato più energico che mai, con un nuovo e fiammante (in tutti i sensi) disco. Il successore del fortunato (per lo meno sotto l’aspetto della critica, non so quanto poi abbia effettivamente venduto) debut album si intitola “Flames Of Passion” e si compone di dodici tracce che questa volta ci catapulteranno direttamente nel tragico periodo dell’Inquisizione.
Dunque, tutti sappiamo quanto sia forte il legame che unisce musica orchestrale e metal, non sono di certo io a farvelo scoprire. Un numero veramente alto di band fa ormai proprio l’utilizzo di orchestre (vere o campionate che siano) all’interno dei propri dischi, alcuni nomi? Nightwish, Rhapsody Of Fire, Manowar, Dimmu Borgir, Haggard e via dicendo. Un connubio che si fonde perfettamente e che, seguendo le parole del leader dei Manowar Joey De Maio, ha avuto inizio con Wagner, il primo vero metallaro. Che siate d’accordo o meno con le sue dichiarazioni, non potrete non condividere che i due tipi di musica si intreccino proprio bene, aiutati anche dal fatto che le orchestre sono spesso utilizzate come colonne sonore per i film, ci è stato facile assimilare e digerire questi nuovi inserti.
Tornando al disco di Cristiano, non potevamo aspettarci nient’altro che un buonissimo ritorno. I suoi brani sono sempre un gran piacere da ascoltare e riascoltare. Interessanti soluzioni sono intervallate come al solito da ottimi intermezzi di pianoforte che donano eleganza e contrastano la furia del tema principale ascoltabile sin dalle prime note. La produzione è certamente migliorata, l’effetto “finto” che proiettava ombre sugli strumenti ora sembra essere meno presente e incisivo, il tutto è più fluido e scorrevole come si confà a lavori di questo tipo. Marce sfarzose si contrappongono a placidi passaggi di archi e pianoforte, frizzanti note di organo incorniciano il gran disegno di “Flames Of Passion” e ce lo consegnano tra le mani.
Non pensiate però di inserire il disco nel lettore e stare ad ascoltare attentamente, a tendere la noia verrà altrimenti a farvi visita. No, premete play sul vostro stereo e lasciate in sottofondo il disco di Cristiano, leggete un libro o semplicemente sdraiatevi senza pensieri sul divano o sulla vostra poltrona preferita. Chiudete gli occhi, magari, e lasciate trasportarvi ora dall’epicità ora dalla tranquillità, in un viaggio che vi riscalderà l’animo e accenderà in voi la passione per questo genere così di nicchia e così splendido, la vera fiamma della passione.
Dunque, tutti sappiamo quanto sia forte il legame che unisce musica orchestrale e metal, non sono di certo io a farvelo scoprire. Un numero veramente alto di band fa ormai proprio l’utilizzo di orchestre (vere o campionate che siano) all’interno dei propri dischi, alcuni nomi? Nightwish, Rhapsody Of Fire, Manowar, Dimmu Borgir, Haggard e via dicendo. Un connubio che si fonde perfettamente e che, seguendo le parole del leader dei Manowar Joey De Maio, ha avuto inizio con Wagner, il primo vero metallaro. Che siate d’accordo o meno con le sue dichiarazioni, non potrete non condividere che i due tipi di musica si intreccino proprio bene, aiutati anche dal fatto che le orchestre sono spesso utilizzate come colonne sonore per i film, ci è stato facile assimilare e digerire questi nuovi inserti.
Tornando al disco di Cristiano, non potevamo aspettarci nient’altro che un buonissimo ritorno. I suoi brani sono sempre un gran piacere da ascoltare e riascoltare. Interessanti soluzioni sono intervallate come al solito da ottimi intermezzi di pianoforte che donano eleganza e contrastano la furia del tema principale ascoltabile sin dalle prime note. La produzione è certamente migliorata, l’effetto “finto” che proiettava ombre sugli strumenti ora sembra essere meno presente e incisivo, il tutto è più fluido e scorrevole come si confà a lavori di questo tipo. Marce sfarzose si contrappongono a placidi passaggi di archi e pianoforte, frizzanti note di organo incorniciano il gran disegno di “Flames Of Passion” e ce lo consegnano tra le mani.
Non pensiate però di inserire il disco nel lettore e stare ad ascoltare attentamente, a tendere la noia verrà altrimenti a farvi visita. No, premete play sul vostro stereo e lasciate in sottofondo il disco di Cristiano, leggete un libro o semplicemente sdraiatevi senza pensieri sul divano o sulla vostra poltrona preferita. Chiudete gli occhi, magari, e lasciate trasportarvi ora dall’epicità ora dalla tranquillità, in un viaggio che vi riscalderà l’animo e accenderà in voi la passione per questo genere così di nicchia e così splendido, la vera fiamma della passione.