Arctic Plateau
The Enemy Inside

2012, Prophecy Productions
Post Rock/Shoegaze

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 20/02/12

I tempi, come si suol dire, sono maturi: il progetto Arctic Plateau non dovrà più vestire i panni dell'outsider presso la stimata corte della Prophecy Productions. Dopo un esordio in sordina, Gianluca Divirgilio, a discapito delle riconoscibilissime radici italiane, non ha infatti esitato ad integrarsi con i compagni d'etichetta provenienti da una sempre più prolifica Francia, tant'è che il buon Fursy Teyssier, leader dei Les Discrets, ha scelto di onorare il progetto ideando una nuova, bellissima copertina e prestando la propria voce al brano “Loss and Love”. A rimarcare l'italianità di Arctic Plateau ecco invece Carmelo Orlando dei Novembre (una band che da troppo tempo manca nei nostri auricolari), graditissimo ospite sulla canzone che dà il titolo al disco.

Collaborazioni a parte, il piatto principale di “The Enemy Inside” restano gli undici pezzi che lo compongono, e che, gentilmente sospinti dai riverberi di un autunno non ancora assopito e da voci immancabilmente malinconiche, vanno a toccare le corde di un rock atmosferico dagli umori anglosassoni, tra shoegaze d'annata e suggestioni floydiane – influenze perfettamente incastonate tra le splendide chitarre dell'opener “Music's Like...” e della suggestiva “Idiot Adult”.

Nonostante le apparenze iniziali, tuttavia, sono ben pochi i passi in avanti rispetto al valido “On A Sad Sunny Day”, che appariva indubbiamente più ispirato ed incline al dinamismo di quanto l'album preso in esame lasci intendere. Come da copione, l'influenza dei succitati compagni di etichetta emerge in maniera distinta – e con una punta di rammarico – tra le note di “Abuse”, un brano tanto leggero e sognante quanto fiacco e stereotipato, sulla scia dei recenti “Les Voyages De L'Âme” e “Ariettes Oubliées”. Per via dei continui rimandi, non accontenta nemmeno il finale “ad effetto” con tanto di growl della title-track (l'intervento di Carmelo è ottimo, ma troppo breve per lasciare il segno) e scivola via l'ispirazione sigurrosiana di “Wrong”, così come non stupiscono i vari brani secondari (decisamente troppi) asserviti alla causa di sound sempre più standardizzato e prevedibile.

Se i colleghi Alcest e Les Discrets hanno alleggerito le proprie composizioni per raccogliere consensi sempre più ampi, ottenendo dischi sempre meno ispirati ed emozionanti come risultato, la one man-band capitolina sembra andare incontro allo stesso destino: “The Enemy Inside” è un follow-up leggermente sottotono e sbiadito per un progetto che, considerate le qualità di fondo, non avrebbe bisogno di agganciarsi ad alcuna scena per far parlare di sé.



01. Music's Like...
02. Bambini Piangete
03. Idiot Adult
04. Abuse
05. Catarctic Cartoons
06. The Enemy Inside
07. Melancholy Is Not Only For Soldiers
08. Loss And Love
09. Big Fake Brother
10. Wrong
11. Trentasette

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