V-Device
Calling Europe

2012, Love&Craft
Grunge

Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 20/03/12

La sporcizia di quel di Seattle riaffiora nel sound di questa band partenopea attiva da tre anni, più o meno sporca alla stessa maniera degli anni d'oro, ma forte di un discreto songwriting. L'album "Calling Europe" è il vero debutto dei Nostri e ha già raccolto un consenso lusinghiero che lascia ben sperare. Il nome che suona più naturale per descrivere il piglio del lavoro è quello dei Pearl Jam, soprattutto perchè il cantante, Davide Verde, dimostra per Eddie Vedder qualcosa che è più di una semplice "influenza". Certamente il lavoro dimostra ambizioni elevate: lo testimoniano la varietà e l'accuratezza delle composizioni, di certo non nate di semplice getto. Tra le altre ispirazioni dichiarate della band c'è anche lo stoner, che si sente nelle tipiche distorsioni a "grattuggia". Peccato che tutte queste influenze, dai Queens Of The Stone Age ai Soundgarden, risultino a volte più forma che sostanza.

Miglior brano del lotto è "ASL Style" orecchiabile ed efficace hard rock alternativo 90s: se piace, piace proprio per i rimandi allo stile dell'epoca. La title-track di questo "Calling Europe" invece è un misto di atmosfere pneumatiche sorrette dalle tastiere e sferzate chitarristiche; convince, poi, l'accoppiata in due movimenti "CItizen Kane"/"This City", forti della fruibilità del ritornello e degli stratificati arrangiamenti; melodie riuscite, inoltre, anche in "Hush". Piuttosto tediosa invece la seconda metà del lavoro, che evidenzia maggiormente i difetti che in due parole riassumiamo in "poca freschezza": anche dopo molti ascolti non si può che sbadigliare di fronte al tentativo psichedelico di "Shadows Of light", scontata nella sua aria martellante "Messy Face" o indigesta anche l'ibridazione grunge col piano-soul di"Trying To Do It Right".

Tiepidamente si giunge alla fine dell'ascolto, convinti solo in parte: se andiamo al di là della tecnica o della maturità di scrittura, che sono entrambe elevate, resta la sensazione che questo disco non lasci il segno in modo significativo. Anche quando i pezzi fanno centro nel catturare l'attenzione bisogna fare i conti con delle scelte stilistiche che - pur funzionando - sono state collaudate abbondantemente diverso tempo fa.



01. Calling Europe
02. Citizen Kane
03. This City
04. Hush
05. A Question of Dice
06. ASL Style
07. El Eternal Caravan
08. Shadows of Light
09. Messy Face
10. Waterfall
11. Trying To Do It Right

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