Recensione a cura di Mario Munaretto
Da sempre rispettati alfieri della movimento sludge in California, i 16 tornano dopo un silenzio di ben sei anni. La band si forma a Los Angeles agli inizi degli anni Novanta, sfornando una nutrita discografia nel corso della quasi ventennale carriera, fino ad arrivare al 2003, anno di uscita del precedente album Zoloft Smile. Il periodo successivo vede i diversi membri impegnati su altri progetti, fino a quando nel 2007, i californiani decidono di rientrare nei ranghi, sotto le ali della Relapse Records.
I 16 ritornano con Bridges To Burn, dodici pezzi di violenza putrescente, a cavallo tra lo stoner acido dei vecchi Kyuss e degli Orange Goblin e lo sludge marcio di Crowbar e Superjoint Ritual, il tutto screziato da forti influenze hardcore. Prodotto perfettamente, in un modo che definerei volutamente sporco, Bridges To Burn è grezzo, pesante. Ben dodici i pezzi che lo compongono, dodici brani compatti e omogenei, che martellano senza tregua come un’emicrania a grappolo. Essenziale nella sua monolitica essenzialità, Bridges To Burn ti prende alla gola con i suoi riffoni down-tuned, i suoi snervanti stop-and-go e le sue ritmiche allucinate.
Degna di menzione è la prova dell’ipertatuato cantante Cris Jerue, capace tenere alta la tensione in tutti gli episodi di Bridges To Burn con la sua interpretazione rabbiosa e sprezzante. Nelle liriche di Bridges To Burn, Jerue interpreta quelle pulsioni, impregnate di odio, disillusione, violenza e depressione, che attecchiscono nel sottobosco delle distese urbane della megalopoli di Los Angeles. Con l’opener Throw In The Towel, i 16 chiariscono subito le loro intenzioni, urlate senza tregua. Si continua con la micidiale accoppiata Skin & Bones, a mio parere il picco dell’intero album, e Man Interrupted, intervallate dall’emergere di sonorità stoner in Me & My Shadow.
Molto bella l’apertura di basso sulla thrasheggiante Monday Bloody Monday, seguita da un’altra doppia mazzata, composta da Permanent Good One e dalla potente So Broken Down, mentre le atmosfere disturbate di What When Wrong e il groove di Missed The Boat chiudono l’album. Bridges To Burn è la prova che i 16 non hanno più nulla da dimostrare nella scena sludge, non cercano compromessi o facili vie per vendere qualche copia in più, molto semplicemente suonano la loro musica e se ne fregano del music business, con annessi e connessi. Certamente la proposta musicale contenuta in Bridges To Burn non è di facile accessibilità, ma gli amanti di generi come lo stoner e lo sludge, lo apprezzeranno sicuramente.
16
Bridges To Burn
2009, Relapse Records
Sludge
01.Throw in the Towel
02.Skin & Bones
03.Me & My Shadow
04.Man Interrupted
05.Flake
06.You Let Me Down (Again)
07.Monday Bloody Monday
08.Permanent Good One
09.So Broken Down
10.Thorn In Your Side
11.What Went Wrong?
12.Missed The Boat
02.Skin & Bones
03.Me & My Shadow
04.Man Interrupted
05.Flake
06.You Let Me Down (Again)
07.Monday Bloody Monday
08.Permanent Good One
09.So Broken Down
10.Thorn In Your Side
11.What Went Wrong?
12.Missed The Boat