Exilia
My Own Army

2009, AFM Records
Crossover

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 13/04/09

Hey! Hey! Hey! We’re rising from the flames!”: risuonano ancora potenti nelle mie orecchie le note del bridge dell’opener “Phoenix” dei milanesi Exilia, giunti al loro quarto album a conferma di un modo veramente genuino ed energico di intendere il crossover. La melodia, difatti, è robusta in questo “My Own Army”, esattamente come il riffing delle chitarre di Elio Alien e la voce graffiante della brava Masha, volenti o nolenti erede spirituale della nota Sandra Nasic dei Guano Apes, band a cui gli Exilia vengono spesso paragonati e forse non a torto, in quanto il modo di leggere il crossover delle due band è davvero molto simile, soprattutto nelle interpretazioni vocali delle rispettive cantanti. Tuttavia, se i Guano Apes ultimamente si sono un po’ persi per strada, gli Exilia proseguono inesorabili e rabbiosi con la loro musica straight in-your-face, e la canzone “The Hunter” è lì per dimostrarlo al mondo intero.

Invero, non sono molte le soluzioni nuove proposte dagli Exilia, alcuni brani suonano magari scontati (“I’m Perfect” e la semi-ballad “Across The Sky”), tuttavia la band non è che non ci provi a spiccare dalla sterile definizione di genere: le influenze gothiche che percorrono l’album dopo la ballad “Far From The Dark” (che non stonerebbe su un album degli Evanescence), e che si condensano alla perfezione col classico Crossover nella title-track dell’album, testimoniano che gli Exilia, nonostante inquadrati, vogliono comunque provare ad osare. Se vogliamo, anche la rilettura del classico di Phil Collins “In the air tonight” esprime questa volontà: il brano perde la sua classe aristocratica per acquisire in cambio, nella rilettura Exilia, una carica disperata e distruttiva. Obbligatorio anche segnalare le linee melodiche riuscitissime di brani come “Deleted”, “Emptiness Of You” (che presenta una progressione davvero interessante sul ritornello carico di emozione) e l’incalzante “Are You Breathing?” (ottima candidata per un singolo).

L’album ha un respiro davvero internazionale (non si fatica a capire il successo degli Exilia in Germania ed America), la produzione riesce a preservare, in qualche modo, la purezza dell’energia della band, non sciupandone l’autenticità dietro a troppi artifizi da recording studio. Se si fosse osato un po’ di più, probabilmente ci saremmo davvero trovati di fronte ad una pietra miliare del genere. Ciò comunque non toglie che chiunque ami le sonorità Crossover deve obbligatoriamente ascoltare “My Own Army”, mentre chi non stima troppo il genere può comunque trovare negli Exilia una proposta più saporita ed interessante di certi nuovi nomi iper-sponsorizzati che stanno girando un po’ troppo (immeritatamente) sulla scena…




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