Babylon A.D.
In The Beginning

2006, Perris Records
Hard Rock

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 09/04/09

Discutibili le strategie della Perris Records.
Nella fattispecie andrei a chiedere spiegazioni sulla scelta di pubblicare questo disco di sole demo, "In The Beginning" dei californiani Babylon A.D., band di discreto successo che si è messa evidenza pubblicando tre full lenght (Babylon A.D., Nothing Sacred, American Blitzkrieg) e un live (Live In Your Face) tra il 1990 e il 1999.

Qualche accenno biografico.
Il quintetto a stelle e strisce si è formato nel 1986, e proviene dalla influente bay area. La Arista Records ha messo gli occhi su di loro nel 1988 e il contratto è stato siglato al cospetto del presidente Clive Davis impressionato da tre brani demo e da un video autoprodotto. Nel 1990 l’omonimo disco d’esordio e nel 1992 quello considerato il miglior album del gruppo: Nothing Sacred. Il sofferto cambio di etichetta è causa di un lungo periodo di sosta, l’Apocalypse Records subentra alla Arista e nel 1999, dopo sette anni, il ritorno sul mercato con American Blitzkrieg in contemporanea con Live In Your Face. Led Zeppelin, UFO, Aerosmith, AC/DC e Kiss le influenze dichiarate.

Dodici brani nelle spartane versioni originali che hanno sì fornito il lasciapassare per il music business ma che, nel commercio contemporaneo, rischiano una emarginazione pressoché totale.
L’hard rock messo in mostra dai nostri si fregia dello “status” ottantiano rivelandosi gravemente penalizzato da una produzione casalinga che senz’altri termini definirei drammatica, controproducente e, se la Perris mi consente, anti-economica. Codesto, senza ombra di dubbio, è il difetto alla base di In the Beginning, capace di far barcollare tutto ciò che è stato sopra costruito.

Non punge, infatti, la prestazione vocale di un Derek Davis più che discreto sui nastri che contano, non pervenuta quella di Robb Reid al basso e scostante il suono che fuoriesce dalla batteria di Jamey Pacheco. Si salvano le chitarre e le tastiere di John Mathews e Ron Freschi, le sole a permettere di intravedere quanto di buono esiste nelle composizioni degli americani.
Composizioni che raggiungono il picco emotivo con l’opener I’m No Good For You, efficace negli spunti melodici, nella sempreverde Tears e nello street rock percepito con Do You Want It, niente di strepitoso, intendiamoci, ma pur sempre all’altezza di un gruppo che ha offerto un degno contributo alla causa.

Non resta che consigliare la raccolta ai Collezionisti, quelli con la C maiuscola, gli altri stiano ben lontani da In The Beginning che, valutato nel suo complesso, non può riscuotere altro che un giudizio negativo.



1.I’m No Good For You
2.Back Street Girl
3.Tears
4.Don’t Ask Questions
5.Do You Want It
6.Just Another Face
7.She Likes To Give It
8.Too Much Too Young
9.When I’m Gone
10.Hear My Heartbeat
11.Bad Mistake
12.Last Time For Love

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