Edenlost
Road Of Desire

2005, AOR Heaven/Frontiers
Hard Rock

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 09/04/09

Inconsistente disco di debutto questo "Road of Desire" dei melodic hard-rockers spagnoli Edenlost. Il quartetto madrileno si è formato nel marzo del ’99 e, i sei (movimentatissimi) anni di esistenza che li hanno portati alla pubblicazione odierna, sono in qualche modo serviti ad ottenere un prodotto di medio/basse qualità che, se non altro, fa ben sperare in prospettiva futura.

Comincerei col presentarvi gli elementi che completano la line-up del gruppo, a partire dai due fondatori, Javier Nieto (lead guitar, rhythm guitar e background vocals) e Jesús Laso (anche lui lead guitar, rhythm guitar and background vocals), terminando l’elenco con gli ultimi due innesti: l’ottimo singer Ignacio Prieto (ex-Niagara) ed il tastierista Javier Gallego.

Torniamo alla storia degli Edenlost che cominciò a delinearsi dopo la vittoria di un contest (1999) in un famoso locale “Ritmo & Compàs” di Madrid, grazie alla spiccata e personale interpretazione dei brani quali “Gimme Me all You Loving” dei Whitesnake e “Cherokee” degli Europe.
Negli anni successivi, la band riversò le forze acquisite sull’attività live (dividendo il palco con Mitch Malloy, Bob Catley, Cuatro Gatos, 91 Suite, Ice Blue, Nexx) senza dimenticare la fase compositiva realizzando infatti, un four-track demo intitolato semplicemente “2002”, utilissimo per la firma del contratto con la AOR Heaven.
Le registrazioni di Road of Desire si sono tenute in quel degli “Estudios Axis” di Madrid e la produzione affidata a Josè del Pozo (Foo Fighters, Blink 182) offre garanzia illimitata.

I dieci brani qui presentati, dimostrano una notevole capacità del gruppo in fase di scrittura, sufficienti doti tecniche ed una certa propensione atta a ricercare un feeling retrò, situazione peraltro fedelmente ricreata.
Ciò di cui si sente però la mancanza è il cosiddetto riff-killer e la pesantissima assenza di pezzi che ti inducano a riprendere in mano il disco dopo i primi ascolti. In sintesi, Road of Desire, pecca totalmente di longevità.
Non bastano quindi le piacevoli striature hard rock di Road To Desire (title track di apertura), le sensuali melodie di You (Make me Feel so Alive), la grinta espressa su Only Girls e l’abbarbicata ballad In Your Eyes per poter accedere ai piani alti del filone riproposto, nonostante i riferimenti a Bryan Adams, Jeff Scott Soto (più per la voce del bravo cantante che per il genere musicale) ed agli Aerosmith di Armageddon diventino un ottimo incentivo per avvicinarsi agli spagnoli.

Estrapolate e assorbite le quattro tracce citate, non resta che rassegnarsi ad un lavoro che non riesce a centrare l’obiettivo sospirato, formato da un buon 60% di brani che fungono da semplice riempitivo e che, non mi permettono di valutare con estrema lucidità un disco che predica bene ma razzola (anche se non sempre) male.
Non mi resta che attendere la classica “prova del nove” determinata dal successore di Road of Desire, nel frattempo sconsiglio l’acquisto del prodotto che, in questo momento, ha rivali che lo surclassano su tutti i fronti. Rivedibili.



01. Road of Desire
02. Lost in Paradise
03. Saturday Nite
04. You (Make me feel so Alive)
05. Burn
06. Only Girls
07. If You Need… You can Count on me
08. No Way Out
09. Over the Fire
10. In Your Eyes

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool