Beyond The Flesh
What The Mind Perceives

2005, Escapi
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 27/03/09

Di fronte a dischi come What The Mind Perceives ci si trova dinnanzi ad un bivio: giudicare il lavoro in questione unicamente come si presenta alle nostre orecchie oppure contestualizzare questi tre quarti d'ora di musica rispetto alla scena metal odierna e bollarlo subito come ennesimo disco "fotocopia" senza una particolare identità.

Il debutto discografico degli americani Beyond The Flesh gioca sulla fusione di thrash svedese e death melodico riproponendo essenzialmente i cliché di un genere ormai inflazionato. Senza fare paragoni inutili con altri gruppi più famosi, posso dirvi che la stragrande maggioranza dei brani presenti si susseguono senza lasciare traccia del proprio passaggio. Una continua sensazione di dejà-vu accompagna l'ascoltatore lungo tutta la tracklist del cd, tanto da riuscirne a cogliere gli sviluppi in anticipo. Volendo però analizzare il lavoro con un occhio più distaccato non si può non sottolineare che comunque questi ragazzi svolgono bene il proprio lavoro. Ormai la padronanza tecnica, nel metal moderno, è quasi sempre doverosa e su questo piano i nostri non sono da meno, riuscendo a regalare minuti di buona musica che hanno almeno il pregio di non annoiare. Non mancano alcuni spunti interessanti come l'uso (parsimonioso) di chitarre acustiche e strutture maggiormente elaborate, a dimostrazione che, con qualche piccolo accorgimento in più, questi ragazzi potrebbero raccogliere maggiori consensi. Ne è un esempio la sesta Wasteland, in cui un'intro acustica dal richiamo orientaleggiante si sviluppa in una composizione assai dinamica con un finale a sorpresa, che non stonerebbe di certo all'interno di recenti lavori osannati da pubblico e critica.

I Beyond The Flesh rientrano dunque in quella schiera di giovani formazioni che potrebbero fare sicuramente meglio; è ovvio che non si richieda ad una band al debutto di sfornare un capolavoro, ma almeno di suonare con passione e un pizzico di coraggio in più. Questo disco, a mio parere, suona troppo freddo, asettico e non di certo per colpa della produzione (buona). L'equivalente di un compito a casa eseguito solamente per puntare alla sufficienza. Rimandati a settembre.



1. Rise Above The Weak

2. Fleshwound

3. The Scars That Remain

4. Is This Life?

5. The Sick

6. Wasteland

7. Darkest Days

8. Scattered Thoughts

9. Prophecies Of The Dead

10. What The Mind Perceives

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