Bat For Lashes
Two Suns

2009, Parlophone Records
Indie

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 04/05/09

Quando Kate Bush sembra persa tra lavatrici e pi-greco, quando Tori Amos è troppo immersa in un vortice autocelebrativo a base di botox, parrucche e moltiplicazione delle personalità, quando Björk oramai produce album che solo lei è in grado di capire ed apprezzare, l’ascoltatore della buona musica uterina d’autore ricerca una nuova vittima sacrificale. Un nuovo nome, un nuovo tormento derivato da un intenso vissuto, una nuova scarica indie di musica fatta da un cuore in tempesta che possa venire ad esaltare i drammi della nostra vita quotidiana, e farci sentire un po’ meno soli. Bat For Lashes, monicker dietro cui si nasconde la trentenne Nastha Kahn, ha tutte le carte in regola per rispondere a questo appello: passato come insegnante d’asilo, fantasia da vendere (questo suo secondo album è un concept che narra le avventure della disinibita Pearl, un alter-ego diametralmente opposto alla personalità della nostra Natasha) ed una proposta musicale fortemente autoriale sospesa tra il dramma pianistico di Tori Amos e la New Wave anni ’80.

Il tutto condito da una forte teatralità, che si manifesta sia nel video di “Daniel” (che vi consiglio fortemente di vedere, perché è pura arte in movimento – e sappiate che, da parte mia, consigli riguardo la visione di un video ne vedrete ben pochi), sia nell’artwork di copertina (che sembra un patchwork impazzito di colori e simbolismi, come la migliore tradizione indù vuole – e d’altronde la nostra Natsha nasconde origini pakistane nonostante la lunga permanenza in Inghilterra), sia nelle contaminazioni musicali.

Two Suns”, difatti, è un album che sa sorprendere inglobando, nella sua struttura musicale di fondo, cori shintoisti (sull’intensa ballata per pianoforte di “Moon And Moon”), sanguigna anima gospel (“Peace Of Mind”), tribalità björkiane (“Two Planets”). Tutto si agita su una struttura dilatata ed elettronica di fondo (probabilmente, la canzone più veloce del cd è proprio il singolo “Daniel”), sulla voce sussurrata e delicata di Nastasha, su una musica che dà tutto il meglio di sé nella cinquina di pezzi iniziali (in particolare “Sleep Alone”, che ricorda la PJ Harvey più irrequieta del periodo “Down By The Water”).

Purtroppo, come avrete già capito se avete sbirciato il voto in fondo, questo album nasconde ben più di un problema, il primo e principale dei quali è proprio la scrittura della nostra Natasha che, man mano si procede lungo l’ascolto dell’album, non può fare a meno di cadere nella classica trappola della musica d’autore: l’autocompiacimento. Inoltre, alcuni pezzi davvero troppo lenti e dilatati posti nella seconda metà del cd fanno insorgere troppo prematuramente un senso di noia che rovina l’ottima partenza di questo album. Sono convinto che siano peccati veniali di “gioventù”: con un po’ di esercizio in più, probabilmente anche Bat For Lashes arriverà a scrivere quel capolavoro che rimarrà negli annali delle eroine tormentate della musica. Per ora, abbiamo un album poco più che sufficiente e che sta, misteriosamente, facendo sfracelli dal punto di vista commerciale (l’album è terzo in classifica in UK e le radio italiane stanno dimostrando un forte interesse nei confronti della band). Ma anche questa fase è obbligatoria, se Natasha vuole entrare a far parte delle cerchia delle grandi autrici indie: l’album d’esordio ignorato da chiunque c’è, il secondo cd osannato dal pubblico anche, ed è proprio questo “Two Suns”. Aspettiamoci, quindi, un prossimo album astruso e completamente ignorato dal pubblico… Probabilmente ed inevitabilmente, quindi, osannato dalla critica. Per ora il presente è solo più che discreto.



01. Glass
02. Sleep Alone
03. Moon and Moon
04. Daniel
05. Peace of Mind
06. Siren Song
07. Pearl’s Dream
08. Good Love
09. Two Planets
10. Travelling Woman
11. The Big Sleep

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