Portal
Seepia [Reissue]

2008, Osmose Production
Death Metal

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 02/05/09

Recensione a cura di Sergio Vinci

 

Ed eccomi a recensire il primo full-length dei Portal, quel “Seepia” uscito inizialmente nel 2003 sotto le ali della Black Talon Media e ora ristampato nuovamente da Osmose, che si sta prendendo cura nel ristampare i lavori di questa formazione.
La recensione di questo album non dovrebbe richiedere molti sforzi da parte del sottoscritto, in quanto potrei anche fare un copia/incolla di quello che ho espresso poco tempo fa riguardo “Outre”, ovvero l’ultimo parto di questi loschi figuri, se non fosse che, a mio avviso, in questo primo full-length sulla lunga distanza gli elementi medesimi che vengono poi proposti anche nel successivo capitolo, sono ancora embrionali e a tratti un po’ confusionari. Certo che il termine “confusionario” è un attimo inflazionato quando si parla della musica dei Portal, perché è proprio uno degli elementi cardine del loro magma sonoro, ma con tale aggettivo intendo dire semplicemente che rispetto all’ultimo album, questo “Seepia” appare come incompiuto e ancorato maggiormente al death metal in senso stretto, seppure inteso nella sua più nera e disturbante accezione, e una spruzzata di “malattia” black metal.

Non c’è infatti una sostanziale differenza tra questo primo album e il secondo e finora ultimo “Outre”, ma ritengo che in quest’ultimo la band abbia espresso la propria inquietudine in maniera più efficace, e inoltre non riesco a scorgere quella sensazione di claustrofobia e malignità che “Outre” mi ha regalato in enormi quantità e che in questo disco non vengono sviluppate in maniera convincente. Poco male, la storia di questa band ci ha insegnato che la loro scommessa, la loro cacofonia e il loro caos a volte fine a se stesso, presente sin da inizio carriera, ha assunto in breve tempo dei connotati precisi e spaventosi, in grado di fare male alla psiche e lasciando le membra stremate.

In definitiva, quindi, posso affermare che “Seepia” non fu altro che l’inizio di un pensiero terribile da parte di questo combo australiano, ma che ancora faticava a colpire con la giusta forza negativa manifestata successivamente.
In ogni caso un tassello fondamentale per ogni amante dell’estremo e del marciume a ogni costo, oltre che un documento importante per capire come si è sviluppato il concetto sonoro dei Portal, definendosi decisamente nel giro di pochi anni ma mantenendo inalterate le sue coordinate base.





1.Glumurphonel
2.Vessel of Balon
3.Tempus Fugit
4.Sunken
5.Atmosblisters
6.Transcending a Mere Multiverse
7.Antiquate
8.The Endmills

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