È una band concettuale e seguita in tutto il mondo, è multiplatino, è Deep Rock dalle viscere del Mississippi, inizia con un numero ed è tornata. La sesta fatica per i 3 Doors Down si presenta oscura ma emana luce e pace, quella sensazione avvolgente di riflessione e commiserazione che nella notte è esaltata e valorizzata: Us And The Night, disponibile in tutti i negozi e negli store digitali dall'11 marzo, mette in mostra il lato più sexy - e per questo introverso e intimo - del combo americano, pur mantendendo il robusto riffing delle origini. Tutto questo è possibile amalgamando 11 brani - l'Undici non a caso è inteso da molti come il numero della responsabilità, per la sua azione vibrazionale né negativa né positiva - in un concetto chiaro come la luna piena.
"È un lavoro fatto col cuore e non aspettiamo altro che poterlo presentare ai nostri fan" - ammette Brad Arnold. Ma è davvero ai fan che questo album è rivolto? Dopo Time of My Life, uscito nel 2011 e piazzato sul podio della Billboard top 200, dopo The Greatest Hits del 2012, la band non ha mai smesso di suonare e comporre. I 3 Doors Down hanno registrato il disco ai Rivergate Studios di Nashville assieme al produttore Matt Wallace (Maroon 5, Train, Faith No More) nel corso del 2015. Elementi che, sommati, potrebbero essere intesi come accuse screditanti una attitudine più Pop che Rock. Forse, troppo concentrati sui fasti delle classifiche e sul continuo evolversi di un mercato che cerca nuove forme di coinvolgimento, i 3 Doors Down avrebbero dovuto interpretare nella pratica il concept di cui essi stessi si fanno ambasciatori.
È ancora credibile, ai giorni nostri, il testo di ‘Love Is A Lie'? Una domanda provocatoria che non vuole ledere l'onore di una formazione dall'esperienza e dalla concretezza inconfutabile, ma che nella propria esperienza non ha, in questo importante appuntamento, saputo trarre elementi forti per tentare di rinnovare un genere che stenta a trovare continuità di acclamazione.