Fueled By Fire
Spread The Fire

2007, Metal Blade
Thrash

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 09/04/09

Istruzioni per l’uso: uscite da quella cameretta disordinata, sostituite la canottiera che indossate con una t-shirt degli Slayer e avvicinatevi al frigorifero della cucina, apritelo, versate una bottiglia della vostra birra preferita nel boccale/bicchiere che avete comperato durante lo scorso Wacken Open Air e tornate in soggiorno. Inserite nell’apposito lettore il disco dei Fueled By Fire, premete il tastino play e alzate il volume. Posizionatevi al centro della sala, assicuratevi di aver “imbracciato” la preziosa birra e alzate al cielo la mano libera: sfoderate le proverbiali corna e cominciate a roteare quella testa a ritmo di Chaotic Punishment. Benvenuti nel paradiso del Thrash Metal, ma una raccomandazione: non date retta ai vicini.

Gran bel colpo della Metal Blade che mette sotto contratto un gruppo con le “palle quadrate”, devoto all’immortale old school della bay area e indissolubilmente legato a quel periodo che rivive le sue gesta col debutto “Spread The Fire”.
Stiamo parlando della riedizione  di un disco pubblicato nel 2006 tramite Annialation Records  e che, per via di una promozione insufficiente a garantire una copertura adeguata, ritorna sul mercato accompagnato dalle attenzioni della importante etichetta tedesca: nuova cover, due tracce bonus e, soprattutto, distribuzione ad ampio raggio.

Senza andare nel dettaglio dei singoli capitoli che assemblano Spread The Fire, anche perché stiamo parlando di strutture e di formule che si ripetono brano dopo brano, sappiate che il quartetto californiano ama mostrare i muscoli nella fase ritmica (Carlos Gutierrez, Anthony Vasquez)  e adora sbizzarrissi negli assoli di chitarra elettrica (Rick Ranger), racchiusi nella massiccia intelaiatura che rappresenta degnamente il loro sound.
Testament, Slayer, Overkill, Exodus e primi Metallica sono i nomi ai quali penserete quando avrete voglia di lanciarvi sui ritmi indiavolati di Massive Execution o sui riverberi insistenti della celebrativa Metal Forever; gli arrangiamenti sono quanto di più classico si possa immaginare e il suono ovattato rimanda immediatamente, manco a dirlo, alle produzioni low-cost dei tempi che furono.

Toglietevi dalla testa le parole “innovazione” o “esperimento” (la copertina aiuta a capire chi ci troviamo di fronte), Spread The Fire rispecchia fedelmente il pensiero musicale di chi ha collaborato a rendere storica una scena come quella statunitense: tutto gira attorno a quel movimento come se i Fueled By Fire si fossero appropriati della tradizione ricevuta in eredità. E questa è l’unica vera sfida del gruppo che esibisce una fioritura il cui frutto si riconosce dalle radici.

Il problema è sempre il solito: bastano alcune decine di “riffacci” strappati al passato, una larghissimo ventaglio di assoli funambolici (anche questi stra-sentiti) e una voce a la “Tom Araya” per saziare la fame del thrasher nostalgico?
Probabilmente sì, e allora il mio consiglio è quello di salire sul roller coaster californiano e  lasciarsi trasportare, possibilmente lasciando a casa i pregiudizi, da un disco che odora d’alcool e cantine fumose. Bentornati negli anni ottanta e benvenuti Fueled By Fire.



01.Ernest Goes To Hell
02.Chaotic Punishment
03.Thrash Is Back
04.Striking Death
05.Spread The Fire
06.Betrayal
07.Massive Execution
08.Metal Forever
09.Dreams Of Terror
10.Put To Death
11.Command Of The Beast

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