Elegy Of Madness
The Bridge Of Sighs

2009, Sweet Poison Records
Symphonic Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 12/05/09

...meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Diciamocelo, senza troppi giri di parole: gli Elegy Of Madness avrebbero bisogno di quel minimo di gavetta e di rodaggio che una qualsiasi band formatasi da soli tre anni necessiterebbe. “The Bridge Of Sighs”, disco d’esordio del quintetto tarantino, invece, vede la luce del sole a soli due anni dal primissimo demo “Another Path”.

Il genere di riferimento è un symphonic metal piuttosto blando e derivativo, che tanto deve ai ‘soliti noti’ (Epica ed Edenbridge in primis), anche se le influenze prog tanto sbandierate dalla label nelle note promozionali riescono a dare quel tocco leggermente meno scontato alla proposta dei Nostri, seppur limitandosi ad affiorare in pochissimi episodi. La sezione ritmica, nella maggior parte dei casi, non fa che ‘svolgere il compitino’, passando dalle sempre gettonate cavalcate in pieno stile power fino ai più canonici mid-tempo, senza però concedere il minimo spazio alla fantasia. Le tastiere, anch’esse fin troppo svogliate ed ordinarie, contribuiscono ad infondere una pesante sensazione di noia, tanto che, brano dopo brano, tutte le falle presenti nella musica degli Elegy Of Madness vengono inesorabilmente a galla, portando alla mente le gesta di act non certo indispensabili quali Magica ed Atargatis.

Last but not least, la giovane vocalist Anja, pur possedendo una buona intonazione, non riesce nella difficile ed ingrata impresa di catturare l’interesse (ed il cuore) dell’ascoltatore, risultando esageratamente monocorde nell’approccio al proprio strumento. Per lei auspichiamo dei grossi miglioramenti, ma per riuscire a gareggiare con l’agguerritissima concorrenza insita nella sempre più affollata scena ‘female fronted’ sarà necessario applicarsi alla composizione di nuovi brani con costanza ed estrema ponderazione, richiedendo innanzitutto la collaborazione di tutto il gruppo.

Piccoli segnali di ripresa arrivano soltanto grazie alle battute finali di questo “The Bridge Of Sighs”, laddove fanno capolino linee vocali più avvincenti ed arrangiamenti più corposi, come nel caso dei toni arabeggianti di “Another Path” e delle atmosfere vintage (senza ombra di dubbio ‘rubate’ al progressive settantiano) di “Agony Part 1”. Tuttavia, siamo ancora troppo distanti da livelli di accettabilità e per gli Elegy Of Madness possiamo tranquillamente dire che, se non è proprio tutto da rifare, poco ci manca…



01. Prelude
02. Elegy of Madness
03. Voices
04. Threshold
05. No Names
06. Another Path
07. Agony Part 1
08. Whispers
09. Agony part 2 (Sad Wind)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool