Lanfear
Another Golden Rage

2005, Massacre Records
Power Metal

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 09/04/09

Se dalla copertina e dal titolo dell’album la vostra mente suppone che questi Lanfear possano essere l’ennesima band metal che tenta in qualche modo di emulare le eroiche gesta di Kai Hansen e Michael Weikath degli Helloween di Keeper of the seven Keys beh, non si sbaglia affatto; è con sommo piacere che vi presento la milionesima band power-clone degli ultimi tre lustri.

E pensare che questo monicker è stato registrato nell’ormai distante 1993 ed utilizzato per la prima volta soltanto quattro anni dopo, quando la defunta Urwerk Records esalò l’ultimo respiro dando vita con l’energia residua l’ultima bolla scarlatta a nome “Towers of February”, disco oggi introvabile e fortunatamente non ristampato.
I teutonici non si diedero per vinti e stamparono nel 1999 “Zero Poems” tentando se non altro di personalizzare il sound inserendo una venatura progressive che ha convinto la “Famous Kitchen” a produrlo e la Solid Rock/Point Music a distribuirlo worldwide tuttavia, a causa di irreparabili conflitti all’interno della stessa, Stefan Zoerner, vocalist e keyboarder fino a quel momento lascia la band un anno dopo e, grazie ad una promozione “paghi uno prendi due”, Richie Seibel tastierista e Tobias Althammer cantante si uniscono delineando la formazione che ha siglato il disco che tra poco andremo ad esaminare.

La Massacre Records entra in gioco soltanto nel gennaio 2002, quando i Lanfear, dopo la registrazione di tre ottime song promozionali, decisero di firmare per la label tedesca rifiutando molteplici proposte presentate da etichette europee e non, dando vita immediatamente a “The Art Effect”, lp dalle buone ritmiche ma dalle composizioni sin troppo scontate costringendomi in poco tempo a classificarlo come un lavoro dagli stereotipi abusati.

L’arrivo di Another Golden Rage mi ha fatto sperare in un repentino cambiamento di rotta da parte dei Lanfear anche perché, da un punto di vista puramente tecnico, ci troviamo di fronte ad elementi che difficilmente possono essere messi in discussione per tali caratteristiche ed oltretutto, sono perfettamente consci dei loro limiti e di conseguenza capaci di non strafare nel corso degli oltre cinquanta minuti del disco.

Punto debole che abbassa di qualche punto il voto che leggete qua in basso è proprio la voce di Althammer che si rivela alquanto inespressiva e priva del giusto appeal del quale necessita un genere saturo come quello proposto, utilizzata spesso e volentieri per acuti insensati eseguiti in momenti casuali e spesso e volentieri erroneamente improvvisati, tutto ciò a discapito di una professionalità già minata dal contesto sonoro generale.
Le varianti del menu proposto sono le solite: spruzzatine di doppia cassa ad elicottero, impepata di break e soli centrali di chitarra e tastiera, grigliata di refrain cadenzati ripetuti all’infinito ed un’aggiunta di un pizzico di sale definito dalla lieve propensione di inserti prog.

Pesante da digerire, non è così?

Mi permetto altresì, di menzionare un pezzo finalmente originale, Eternally, dolce ballad che si distingue dalla macedonia servita perché eseguita con l’apporto di un ispirato sassofono, strumento del quale, negli ultimi tempi, non sono mai riuscito ad apprezzarne il reale valore.
Another Golden Rage è un disco che si perderà irrimediabilmente nell’anonimato, disco del quale faccio assai fatica a trovarne capo e coda a causa del campo “personalità” ridotto ai minimi termini, disco che sconsiglio fermamente a tutti coloro che cercano in questo genere almeno un punticino a favore della creatività.
Che sia giunto il momento di cambiare rotta, Lanfear?



01.Another Golden Rage
02.The Unrestrained
03.Dispraise
04.Trasmigration
05.Eclipse
06.Shades of Black
07.The Voice Within
08.In Silence
09.Eternally
10.What…For
11.Outliving the Ages

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool