The Ladder
Future Miracles

2004, Escape Music/Frontiers
AOR

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 09/04/09

Dopo una approfondita diagnosi di "Future Miracles" mi sento di promuovere con discreti voti i The Ladder ed il loro Aor/Rock – pop oriented (quest’ultima componente che prevale sulle altre), vicino a sonorità tanto care e tipiche a dolci composizioni targate Bryan Adams, intarsiate da linee melodiche spesso ruffiane ed estremamente spudorate come si evince sin dalle prime note dell’opener Like Lovers Do.
Se, da un lato, l’ascoltatore medio di heavy metal storcerà il naso d’innanzi al genere proposto, dall’altro non potrà certamente destabilizzare e contestare un risultato musicale che, sebbene poco conforme a ciò che “di norma” ingurgita il proprio padiglione auricolare, regala momenti di relax totale ormai rari almeno per ciò che riguarda il mio apparato uditivo.

Ciò predetto, è bene che racconti come nasce il quintetto che ha a capo di esso l’eclettico vocalist Steve Overland (Shadowman, FM, Wildlife) che decise poco tempo fa di dedicare la sua creatività al servizio di un progetto comprendente nomi altisonanti della scena e, non a caso, la scelta ricadde sul chitarrista Vinny Burns (Dare, Ten), Bob Skeat al basso, Pete Jupp (FM) alla batteria e Steve Morris, già tastierista e chitarrista aggiunto nei Shadowman di Overland, quinto ed ultimo componente della formazione.

Le dieci tracce riunite in Future Miracles scorrono piacevolmente come conseguenza alle sgraziate melodie supportate da una voce Boltoniana tanto professionale quanto maledettamente coinvolgente e capace di regalare appigli vocali armoniosi e mai stressati o estremizzati.
L’elaborato offre, come detto, una perfetta simbiosi determinata da Aor ottantiano ed il classico Hard Rock che sgorga a fiumi dalla precisa e pulita pennata della sei corde in possesso di Burns: poteva essere altrimenti?

La graziosa Like Lovers Do, ha dalla sua il coro delicato che impreziosisce ulteriormente la prova eccelsa di Overland nonché il solo di chitarra che funge da classica ciliegina sulla torta elargendo un retrogusto che non lascia adito a dubbi per i palati abituati ad assaporare finezze prelibate.
Closer to your Heart si affianca elegantemente al brano che lo precede migliorando la fase ritmica capace di sostenere la voce e creando un vorticoso refrain semplicissimo da ingerire ed impossibile da dimenticare.
La prima ballad è determinata da Do you love me enough e dalle texture disegnate chiaramente dal singer della band che non deluderà coloro che amano questo sound spesso e volentieri “abusato” dagli Shadowman.
Molto interessante anche Dangerous ed i suoi 6 minuti distribuiti tra mid e up tempo dove spiccano raggianti le mielose note di tastiera ed il finissimo coro, dettagli che si riscontrano anche in Baby blue anche se quest’ultima si differenzia non poco dalla precedente per via della sua anima votata all’AOR più tipico.
Come la brezza marina che accarezza lievemente il corpo steso al sole così All I ever wanted prova a farsi ascoltare senza recare il minimo disturbo uditivo determinando in poco tempo una leggera assuefazione ad essa che la porta ai livelli più alti registrati sino ad ora.
Time for Changes e Say it like it is aprono egregiamente la strada alla seconda ballad When tomorrow comes dotata di un’impostazione assai differente a Do you love me enough sia dal punto di vista vocale che, soprattutto, da quello ritmico. Il decimo brano, Too bad, lascia definitivamente da parte il discorso AOR, puntando su un finale pepato e sulla vena squisitamente tecnica dell’ex Ten Burns, autore di una prova particolarmente precisa e vivace.

Se annoverate tra i vostri generi preferiti quello descritto sin qui, non lasciatevi scappare Future Miracles dei The Ladder altrimenti, date pure un ascolto a quella che potrebbe rivelarsi una deliziosa colonna sonora per un viaggio rilassante.



01.Like Lovers Do
02.Closer to your heart
03.Do you love me enough
04.Dangerous
05.Baby blue
06.All I ever wanted
07.Time for changes
08.Say it like it is
09.When tomorrow comes
10.Too bad

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