La symphonic speed metal band danese Wuthering Heights è nata nei primi anni novanta e proviene dalla scena underground danese. L’unico “sopravvissuto” della line up originale è Erik Ravn e, da quindici anni a questa parte, i cambiamenti nella formazione di Erik sono una costante che demarca i confini artistici di una band in continua evoluzione.
L’innesto più pregiato risale al 2003, quando il vocalist Nils Patrik Johansson, già alle prese con gli Astral Doors e Richard Andersson’s Space Odyssey, decide di aggregarsi al gruppo, esponendolo di fatto ad una schiera più ampia di addetti al settore.
"The Shadow Cabinet" è il quarto tassello di una discografia che ben si incastra nel puzzle del power melodico, anche se, purtroppo, diminuiscono con esso le divagazioni folcloristiche che resero atipici, personali e certamente più apprezzabili gli episodi precedenti.
La sensazione è che il gruppo voglia eccellere nei rapporti velocità/potenza e, nonostante i pertinenti arrangiamenti utilizzati su brani di varia ascendenza tecnico-compositiva, l’obiettivo è raggiunto solo in parte.
L’insieme dei pezzi pubblicati è costituito da molteplici sfaccettature, a volte banali e scontate, altre geniali e trascinanti come nel caso del brano Apathy Divine suddiviso in due parti Faith e Snow, disgiunte nel disco ma collegate da una sottile trama melodica che valorizza l’intero operato.
Da annoverare tra le tracce riuscite l’epica Envy, eccentrica nei cambi di tempo e bizzarra nelle fasi più soft, da bocciare invece la scelta delle strutture riservate a tutto il resto.
Caracollando di traccia in traccia, ci si accorge quanto sia difficile per i Wuthering Heights plasmare soluzioni ideali per esaltare le evoluzioni strumentali dei suoi componenti che, giusto sottolineare, appaiono abili, esperti e adatti alle esigenze del mastermind: insomma, professionisti veri. Basta questo per trasformare in oro uno spartito di lega inferiore?
Certo, in un periodo dove tutti (o quasi) fanno a gara per rivisitare e cavalcare l’onda di una vecchia hit, trovare un gruppo che cerca una strada per proporre la solita solfa e la solita strofa con un minimo di personalità non è cosa di poco conto ma, ripetendo la lezione a memoria e all’infinito, si rischia di risultare logorroici.
Il viaggio dei Wuthering Heights è a corrente alternata. In un campionario di pregi e difetti presenti in eguale misura, The Shadow Cabinet non deluderà gli affezionati del genere ma esaurirà in poco tempo le cartucce a sua disposizione rivelandosi un prodotto efficiente ma incompleto e poco longevo.
Wuthering Heights
The Shadow Cabinet
2006, Frontiers Records
Power Metal
01.Demon Desire
02.Beautifool
03.The Raven
04.Faith (Apathy Divine Part I)
05.Envy
06.Snow (Apathy Divine Part II)
07.Sleep
08.I Shall Not Yield
09.Reason…?
10.Carpe Noctem – Seize the Night
11.Midnight Song (Bonus Track)
02.Beautifool
03.The Raven
04.Faith (Apathy Divine Part I)
05.Envy
06.Snow (Apathy Divine Part II)
07.Sleep
08.I Shall Not Yield
09.Reason…?
10.Carpe Noctem – Seize the Night
11.Midnight Song (Bonus Track)