Arctic Plateau
On A Sad Sunny Day

2009, Prophecy Productions
Post Rock/Shoegaze

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 17/06/09

Dopo aver scommesso, all’incirca un anno fa, su “Just In Case We’ll Never Meet Again” dei quotati Klimt 1918, la teutonica Prophecy torna a puntare su un’altra realtà italiana dedita al rock più sognante e malinconico. Nella fattispecie, trattasi di Arctic Plateau, progetto solista del compositore romano Gianluca Divirgilio incentrato su interessanti soluzioni in bilico tra post rock, new wave e shoegaze.

Già il titolo di quest’opera prima, “On A Sad Sunny Day”, mi rivela l’affascinante contrasto di fondo presente nell’iconografia della one man band capitolina... Poi, tra le note promozionali, scorgo una frase molto particolare: “Sono talmente ispirato dalla tristezza che sento d’avere trovato la felicità”. Ecco le parole che accompagnano le prime battute dell’opener “Alive”... Impossibile non rimanere sedotti da questa affermazione del Nostro, che ci invita a scorgere la sua mite e fortificante malinconia, riflessa nell’atmosfera tersa e rarefatta di undici brani sospesi tra chitarre riverberate e nostalgiche melodie vocali.

La voglia di scoprire cosa si cela in questa triste giornata di sole cresce smisuratamente, ed in pochi secondi la mente si ritrova a vagabondare tra ricordi ed emozioni assopite, come trasportata da forze ineluttabili. Durante questo viaggio tra sogno e realtà percepisco scenografie piuttosto spoglie, quasi interamente strumentali. Mancano, alle canzoni di Arctic Plateau, quelle immediate armonie di voce che hanno fatto la fortuna dell’ultimo disco dei Klimt 1918, ma il senso d’introspezione, se possibile, è perfino maggiore… Ascoltate, per capire quello che vi sto dicendo, il sublime crescendo del capolavoro “Coldream”, affidato alla chitarra ed al pianoforte: le sue architetture estatiche, come piccoli squarci, come immagini sbiadite sulla linea infinita del tempo, rimediano con assoluta maestria all’assenza di motivetti orecchiabili. Altrimenti, abbandonatevi senza esitazione alle fluide vibrazioni di “Lepanto”, all’introspezione di “Iceberg Shoegaze”. Sarà la stessa magia ad accompagnare questi momenti.

“On A Sad Sunny Day” ci regala un altro artista di casa nostra dotato d’incommensurabile talento, riconfermando la scena musicale romana come una delle più rigogliose dell’ultimo decennio, inesauribile scrigno di note ed emozioni per eterni sognatori.



01. Alive
02. On A Sad Sunny Day
03. Lepanto
04. Ivory
05. In Epica Memories
06. Amethyst To #F
07. Iceberg Shoegaze
08. Coldream
09. Eight Years Old
10. Aurora In Rome
11. In Time

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