Arrivano i Suffocation e ci si riconcilia col death metal. Non so più ormai quante volte mi sono ritrovato a gioire col mio genere preferito ascoltando le fatiche di questa band newyorkese che non accenna a cedere lo scettro. Troppe uscite sottotono, troppi dischi fotocopia, troppe dimostrazioni di tecnica fine e se stesse, troppe delusioni... ma arrivo i Suffocation e tutto cambia, sempre.
Potrà sembrare un'affermazione esagerata, ma credo che i nostri siano uno dei pochissimi gruppi a vantare ormai un credito illimitato nei confronti di fan e ascoltatori più o meno abituali, potendo permettersi anche un disco di musica neomelodica senza che nessuno potrebbe dirgli nulla. Fortunatamente Mullen e compagni, nonostante gli anni, i successi e nuovi contratti discografici (questo è il debutto sulla prestigiosissima Nuclear Blast) non smettono di produrre dischi di qualità, noncuranti delle mode, delle pressioni, o di raggiungere un pubblico più vasto e variegato. "Blood Oath" è la dimostrazione che anche al giorno d'oggi si può suonare death di altissimo livello, sapendo evolversi quel tanto per non produrre album in serie, senza snaturare il proprio sound caratteristico.
Personalità. "Blood Oath" ruota attorno a questa parola e non poteva essere altrimenti per una band dal peso specifico dei Suffocation. Come dicevamo poc'anzi, i nostri potrebbero anche fare a meno di recensioni e giudizi, basta il nome in copertina a decretarne la qualità, eppure anche a questa tornata non mancano piccole “novità” che conferiscono a "Blood Oath" una personalità tutta sua. Non è l'ennesimo disco di una formazione che ha cavalcato e dettato un genere sin dagli esordi, ma è lo specchio di un gruppo di musicisti che non smettono mai di affinare la propria creatura, sono i Suffocation del 2009. Se col precedente omonimo i nostri avevano dato sfoggio di velocità e ferocia impazzite, con "Blood Oath" i ritmi rallentano sensibilmente, il riffing si fa ancor più intricato ed oscuro, creando brani dall'andamento sinistro. Un disco che impiega più tempo a ingranare rispetto agli album post-reunion, ormai l'unico metro di paragone per i “nuovi” Suffocation, proprio per l'andamento più pesante dei brani, lasciando a Mike Smith solo qualche momento ben posizionato per lanciarsi in blast beat da estasi pura, divertendosi a costruire trame sempre più cervellotiche. A ben vedere i momenti di pura velocità non sono pochi, una volta valutato il disco nella sua interezza, però l'obiettivo (pienamente raggiunto) dei Suffocation era quello di porre l'accento sul lato più intricato e asfissiante del proprio sound, partendo anche da una produzione che accentua questa componente, mostrando anche una vena melodica ottimamente inserita. Sempre uguali e se stessi, eppure ancora in grado di interessare l'ascoltatore con un album che mostra tutto il potenziale solo dopo diversi passaggi nel lettore. Ditemi cosa si può chiedere di più a una band che ha fatto la storia del death metal?
Inutile citare un brano in particolare, assimilato uno, assimilati tutti. E non perché siano tutti uguali, anzi, le idee e i riff spettacolari sono sempre abbondanti, ma perché "Blood Oath" è un blocco che va preso nella sua interezza, che acquista punti col procedere delle tracce, una colata lavica che prima o poi abbatte qualsiasi cosa. Non saprei dire se sia un capolavoro o no, se sia meglio il precedente o "Souls To Deny" o quale valutazione sia meglio dare... So solo che i Suffocation sono ormai gli unici a non tradire mai.
Suffocation
Blood Oath
2009, Nuclear Blast
Death Metal
I Suffocation sono ormai gli unici a non tradire mai.
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 03/07/09 01.Blood Oath
02.Dismal Dream
03.Pray for Forgiveness
04.Images of Purgatory
05.Cataclysmic Purification
06.Mental Hemorrhage
07.Come Hell or High Priest
08.Undeserving
09.Provoking the Disturbed
10.Marital Decimation