69 Chambers
War On The Inside

2009, Silverwolf Productions/Nightmare Records
Alternative Rock

Grinta, sensualità e freschezza in un mix di sonorità rock/metal e vocals irresistibili!
Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 08/07/09

A voler ben guardare, avrebbero tutta l’aria d’essere l’ennesima band incentrata sull’immagine della bellona di turno. Niente di più sbagliato, per nostra fortuna: i 69 Chambers dimostrano di sapere unire grinta, sensualità e freschezza in un mix di sonorità rock/metal ricco di vocals dall’irresistibile attitudine pop. Nati nel 2001 da un’idea della frontwoman Nina Treml, i Nostri si propongono oggi, grazie ad un album di debutto intitolato “War On The Inside”, intrigante già a partire dalla sua copertina, come una valida alternativa agli stereotipi che da anni caratterizzano il mondo del metal al femminile.

Hanno le idee chiarissime questi 69 Chambers e, neanche a farlo apposta, hanno già capito qual è la formula ideale per produrre un signor disco, fatto di rock e metal allo stato puro: potente, moderno, orecchiabile ed al tempo stesso privo dei banali orpelli che troppo spesso contraddistinguono questa scena. Sulla scia di quanto fatto nel passato più recente dalle colleghe Kittie e Crucified Barbara, il terzetto elvetico fa leva sul carisma e sul carattere vigoroso delle proprie figure femminili, sebbene la conturbante vocalist/chitarrista Nina e la bassista Maddy, a differenza delle due all-female bands sopraccitate, trovino una degna controparte maschile nel batterista Diego.

Un muro sonoro di turbinosi riff di chitarra e martellanti ritmi di batteria accompagna le scorribande musicali dei Nostri, mentre travolgenti ritornelli marchiano a fuoco i 13 brani del platter, al cui groove sarà difficile sottrarsi. Tra impetuosi saliscendi in stile metal e improvvise sterzate verso i lidi di un alternative rock schizofrenico (talvolta vengono in mente le spassose frenesie dei System Of  A Down), i 69 Chambers seducono l’ascoltatore con  la loro eleganza felina. Non basta citare le memorabili melodie e i riff assassini dell’opener “The Day Of The Locust”, vi ritroverete, quasi inconsapevolmente, a desiderarne altri. E allora sarete saziati. Brano dopo brano. Dal basso avvolgente di “Ex Nihilo”, dal nervosismo à la Tool di “The Return Of The Repressed”, dalle macabre elucubrazioni (in stile Otep e con tanto di growl) di “Judas Goat”, dall’oscurità senza via d’uscita di “Automatic Automa”, dalle divagazioni acustiche di “A Ruse”…

È doveroso, a questo punto, lodare la brillante produzione di Tommy Vetterli (che in passato ha già lavorato al fianco di Kreator e Coroner), non settoriale, ma in grado di lanciare questa band presso lidi squisitamente mainstream. Saranno loro ad occupare il posto vacante lasciato in eredità dai Guano Apes, a dare del filo da torcere agli inarrestabili Lacuna Coil? Chissà, forse sto correndo un po’ troppo con l’immaginazione; per conquistare il grande pubblico, d’altronde, c’è ancora tempo. Intanto, cominciate a segnarvi questo nome, siamo pronti a scommettere che la femme fatale Nina ed i suoi compagni faranno parecchia strada in futuro!



01.The Day Of The Locust
02.Bloodaxe
03.Thinking About You
04.On The Inside
05.Ex Nihilo
06.Return Of The Repressed
07.Judas Goat
08.The Collapse Of Time and Space
09.Wind Feeds Fire
10.Dead Letter Office
11.Final Memento
12.Automatic Automata
13.A Ruse

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