Mandrake Project
A Miraculous Container

2009, Blistering Records
Post Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 04/08/09

“A volte la follia / sembra l’unica via / per la felicità”
Così Morgan recita nella sua celebre “Altrove”, così sulla follia insiste questa collective band americana giunta, con “A Miraculous Container”, al secondo episodio discografico dopo un album completamente autoprodotto (“A Favor To The Muse”).
Su isterismi ed inclassificabilità insiste anche la press note del gruppo, quando in realtà la ricetta dei Mandrake Project non è poi così difficile da spiegare: prendete 1/3 di post rock, 1/3 di progressive rock anni ’70 ed 1/3 di musica classica fortemente tendente al fairy folk; amalgamate bene il tutto e cuocete in forno ben caldo per i 60 minuti di durata complessiva del lavoro. A cottura ultimata, condite questo “contenitore dei miracoli” con una spruzzata non troppo decisa di ambient ed elettronica.

Come potete capire dalla ricetta che vi ho appena illustrato, il piatto è assai astruso e variegato, eppure tutti questi sapori musicali diversi convivono discretamente bene su questo lavoro, un lavoro in cui bisogna, giustamente, avvicinarsi con la giusta predisposizione mentale e, perché no, coraggio.

Il tutto si spiega già nei primi 3 pezzi del lavoro: dopo l’intro sinfonica (troncata) di “The Favor Returned”, esplode il crescendo della title-track, salvo ascoltare il tutto risolversi in una giocosa danza notturna acustica, completamente progressiva sul finale. Su queste atmosfere giocose insistono brani piuttosto interessanti come la successiva “And Five Makes Twenty” (dove è davvero facile immaginare un insetto neonato, eppure estremamente laborioso, indaffarato nelle sue faccende…forse lo stesso dell’artwork?), oppure su “La Luna” (dove, invece, viene richiamato la stramberia del Circ Du Soleil al gran completo). Interessante e degna di nota, inoltre, la Badalamentiana “Quintet Harmonique” (impreziosita da uno struggente violoncello) e l’ambienza tribaleggiante di “Percussion III” (adoro i titoli delle canzoni che sono, praticamente, delle auto-recensioni).

Purtroppo, questo quadro sonoro affascinante ed eterogeneo, quasi completamente strumentale, è parzialmente rovinato dal classico difetto di questi lavori: il mancato senso della misura degli ingredienti, che crea autocompiacimento che, a sua volta, porta facilmente a noia.
Troppo dilatate ed interlocutorie, difatti, tracce come “Aquarelle”, “Baeuxsong” e “Through Lights”, ed il tutto serve solo a creare quel retrogusto stonato all’interno della delicata composizione musicale dei Mandrake Project.
Ed è davvero un peccato.

Rimane comunque da dire che se si vuole qualcosa di estremamente inusuale, raffinato ed interessante da ascoltare, a questo cd bisogna dare assolutamente una possibilità.
Viceversa, se alla cucina molecolare preferite una pizza capricciosa…forse è il caso che volgiate l’orecchio altrove.



01.The Favor Returned
02.A Miraculous Container
03.And Five Makes Twenty
04.Auquarelle
05.Beauxsong
06.Percussion III
07.Quintet Harmonique
08.Movement
09.The Crest
10.Through Lights
11.La Luna
12.Living Room Piano Suite

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