Divine Heresy
Bringer of Plagues

2009, Century Media
Metalcore

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 01/08/09

Due anni fa, all'uscita di "Bleed The Filth", il pensiero che si associava ai Divine Heresy era pressapoco questo: “quanto talento sprecato!”. Musicisti sopraffini alle prese con una proposta davvero poco convincente, propensi più a cavalcare un determinato trend che a dare libero sfoggio delle proprie abilità. Abbiamo ora tra le mani il nuovo album "Bringer of Plagues" e il pensiero è sempre quello, uno spreco di tempo e mezzi (oltre che denaro) incredibile.

Del resto se andiamo a leggere la line-up dei Divine Heresy ci si deve obbligatoriamente aspettare grandi cose. Capitanati dal leggendario Dino Cazares (ex Fear Factory, Brujera, Asesino), troviamo un batterista eccezionale come Tim Yeung (ex Hate Eternal e Decrepit Birth, giusto per citare due formazioni tra le tante), un giovane talento come Joe Payne al basso (per qualche tempo al servizio dei Nile e autore di diversi dischi dell'undergound brutal) e un cantante capace come Travis Neal. Insomma, un insieme di tecnica ed esperienza che ben poche formazione possono vantare, eppure il progetto  Divine Heresy non spicca il volo neanche questa volta.

Il motivo è semplice, la scelta stilistica scelta dal buon Dino: metalcore. Un metalcore molto più estremo e "metallico" della miriade di gruppetti in circolazione, ma sempre metalcore. Ora non voglio dire che tutto quello che è metalcore sia da buttare (cito a caso Burst o The Ocean come esempi di metalcore illuminato), ma la via dettata per la band è all'insegna comunque del metalcore più inflazionato e banalotto, fatto da parti robuste e onnipresenti ritornelli più o meno ariosi, che mal si amalgamano col resto. Analizzando "Bringer of Plagues" tutto questo si trasforma in “rabbia”... Ascoltare le sfuriate “meccaniche” di Dino alle prese con la sua otto corde, sentire Yeung che suona a velocità e precisione pazzesche, saggiare la cattiveria di alcuni frangenti, vedi l'attacco death della title-track (molto debitore del "Behemoth sound"), o diverse costruzioni ad alto tasso tecnico annegate in un mare di banalità e melodie zuccherose fa davvero male. Non si fa in tempo a rimanere di sasso che sopraggiunge il solito break, il più delle volte slegato, quasi inserito a forza, che farà contenti tutti gli amanti dei Killswitch Engage, i padri di queste soluzioni, trovandosi inoltre dinnanzi a una band di ben altra caratura.

Un ibrido thrash/death/metalcore robustissimo, suonato divinamente e prodotto secondo i canoni propri a Cazares, che però non riesce a levarsi di dosso quella patina di “plastica” che aveva pesantemente affossato il debutto. Qui i miglioramenti ci sono stati, certo che se si mettessero in testa di suonare senza compromessi, avremmo tra le mani ben altro materiale.



01.Facebreaker

02.The Battle Of J. Casey    

03.Undivine Prophecies    

04.Bringer Of Plagues

05.Redefine

06.Anarchaos    

07.Monolithic Doomsday Devices        

08.Letter To Mother    

09.Enemy Kill

10.Darkness Embedded    

11.The End Begins    

12.Forever The Failure

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