Indukti
Idmen

2009, InsideOut Music
Prog Metal

Ecco a voi la rivelazione prog metal del 2009!
Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 03/08/09

Danzano molteplici figure immaginarie, s’inseguono misteriosamente attorno ai bagliori di uno scoppiettante falò, accompagnate soltanto dal richiamo atavico di Madre Terra. S’uniscono sotto al firmamento, d’estate, per udire il vorticante strepito di una chitarra, il sinuoso volteggiare di un violino, il rintocco frenetico di una batteria, il fluttuante vagito di un basso…

Gli Indukti varcano coraggiosamente le frontiere della musica progressiva, unendo una padronanza tecnica sopraffina (che permette loro di scatenare un inferno di figure e colori attraverso ritmiche complesse, virtuosismi d’ogni sorta e suggestioni armoniche al limite dell’imprevedibilità) a geniali intuizioni sconfinanti nei territori della world music. Gli otto brani contenuti in “Idmen”, secondo parto discografico del quintetto polacco, testimoniano di tanto in tanto l’inserimento di strumenti atipici riconducibili alle più disparate culture, ma ciò che permane nel loro substrato è uno stupefacente nervosismo, una convulsiva e primordiale ossessione, prossima ad una dimensione mistico-tribale, riscontrabile non soltanto nella formalità delle composizioni, ma nelle stesse linee vocali, affidate per l’occasione a tre interessanti voci maschili che rispondono al nome di Maciej Taff (Rootwater), Michael Luginbuehl (Prisma) e Nils Frykdahl (Sleepytime Gorilla Museum).

Le intuizioni della band, per la maggiore, assumono una forma tipicamente strumentale; è proprio tra questi solchi di note ed immagini millenarie, che l’Arte degli Indukti trova la sua massima espressione. Ed i Nostri appaiono talmente bravi a proporre questo tipo di musica, tanto da far passare in secondo piano gli illustri predecessori (alcuni colleghi citerebbero Riverside e Tool senza troppi indugi) dalla cui opera attingono le innumerevoli ispirazioni degli Indukti.

Potrete anche sforzarvi di farlo, ma sarà praticamente impossibile resistere alla magnetica alchimia di questa band. E allora, come sedotti dalla voce di un’ammaliante sirena, vi ritroverete senza una via d’uscita, ad annegare in un valzer di emozioni incontrollabili, in un maremoto d’esperienze sublimi, senza più poterne fare a meno…



01. Sansara
02. Tusan Homichi Tuvota
03. Sunken Bell
04. ...And Who's the God Now?!
05. Indukted
06. Aemaet
07. Nemesis Voices
08. Ninth Wave

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