Dolores O'Riordan
No Baggage

2009, Rounder Records
Pop Rock

Una seconda prova in studio inaspettatamente piatta per l'ex cantante dei Cranberries
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 21/08/09

Ahia, quante cose fa male ricordare ascoltando questo “No Baggage”, seconda prova in studio della carriera solista di Dolores O’Riordan, grandiosa voce dei celebri Cranberries. Fa male ricordare di dichiarazioni su una vena ispirativa incontenibile, di oltre 50 pezzi pronti tra cui scegliere, e ritrovarsi nella versione finale del cd “Apple Of My Eye”, intensa ballad già presente però sul precedente “Are You Listening”: se sei così ispirata Dolores, perché ricicli? Oltretutto, proponendo una versione praticamente identica all’originale, giusto qualcosina di maggiormente atmosferico nell’arrangiamento.

Fa male ricordare di una vena indie sbandierata ai quattro venti, e poi ritrovarsi con un album decisamente più leggero e pop del precedente. Se sei così incazzata, Dolores, perché mi scrivi ballad mielose ed inconcludenti come “Stupid”? Perché la chitarra elettrica e le sferzate gotiche di una “Stay With Me” sono solo un pallido miraggio?

Facciamo un po’ di dietrologia: chi si sarebbe mai aspettato che, dopo lo scioglimento dei Cranberries, Dolores potesse sfornare un album come “Are You Listening”? Da un lato, avevamo la band irlandese oramai ridotta ad un pop super-zuccheroso da massiccio airplay radiofonico; poi, la maternità, l’intenzione di dedicare un album alla figlia cercata con fatica. Nulla, insomma, lasciava presagire ad un post-Cranberries più di tanto diverso da quello che i Cranberries proponevano ultimamente. Poi mettevi “Are You Listening?” nello stereo, e rimanevi colpito dall’energia rock che emanava, da come le canzoni dedicate alla figlia non fossero delle melense ninne-nanne, bensì malinconiche scariche rock, un quadro dalle tinte oscure che riportava alla mente i fasti di “To The Faithful Departed” e di “No Need To Argue”

Troppo bello per essere vero? In effetti, la Dolores rock di “Are You Listening”, su questo “No Baggage”, è davvero solo un vago ricordo, ma il vero problema dell’album è che le canzoni decisamente non rimangono in testa: manca quella voglia di scoperta che c’era con l’album precedente, manca quel plumbeo, misterioso, alone scuro che caratterizzava l’opera prima della carriera solista di Dolores e che ti portava a meravigliarti, ascolto dopo ascolto, di quanto profonda fosse la musica della cantautrice irlandese…forse avrei dovuto capirlo già dal taglio di capelli e dalla cover che l’alleggerimento e l’appiattimento erano alle porte.

Nonostante tutto, c’è da riconoscere una certa influenza tribale che è avvertibile nella sezione ritmica del primo singolo “The Journey”, piuttosto che sul flavour di “Fly Trough”. Nonostante tutto, non si può fare a meno di rimanere ogni volta basiti di fronte ad una voce così unica come quella di Dolores, una voce che farebbe decollare anche la canzone dei Puffi, con quella sua ariosità su cui è sin troppo piacevole rimanere coinvolti, ogni volta come se fosse la prima (ascoltate la minaccia disperata di “Lunatic”, sciolta immediatamente in un vocalizzo così tipicamente O’Riordan). Poi, non è tutto così dimenticabile, visto che canzoni come “Skeleton” (anche se il riffing della chitarra elettrica è identico a quello di “Loser”…) e la conclusiva “Tranquilizer” dimostrano una complessità melodica che porta a ben più di un ascolto annoiato, riportandoci alla mente quella Dolores nera e profondamente emotiva che aveva decisamente convinto.

Tirando le somme, un compitino svolto con sufficienza questo “No Baggage”. Probabilmente…anzi no: sicuramente, se non avessimo avuto a che fare con una donna della levatura artistica di Dolores O’Riordan, la valutazione sarebbe stata decisamente più impietosa. Tuttavia, questo album abbondantemente interlocutorio lascia comunque spazio all’idea che si possa tornare ad avere, in futuro, un’opera che lasci il segno.

Perché, Dolores, a quanto pare non ci siamo capiti: il bagaglio di cui dovevi fare a meno, non era certo l’energia, né tantomeno l’ispirazione.



01. Switch Off The Moment
02. Skeleton
03. It’s You
04. The Journey
05. Stupid
06. Be Careful
07. Apple Of My Eye
08. Throw Your Arms Around Me
09. Fly Trough
10. Lunatic
11. Tranquilizer

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