Disavowed
Perceptive Deception

2001, Uniquel Leader
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 28/03/09

Attenzione, il seguente disco può creare dipendenza.

Non credo di esagerare nel dire che Perceptive Deception sia una delle espressioni più elevate mai partorite dal brutal underground europeo, in grado di fronteggiare senza soggezione i maestri d'oltreoceano. Del resto il campo di battaglia è il medesimo, con la scuola americana a guidare i Disavowed in questa micidiale opera prima. Un lavoro che fortunatamente non rimarrà un episodio isolato nella discografia dei nostri (come si era temuto per anni) dal momento che i Disavowed usciranno a breve con l'attesissimo seguito, Stagnate Existence, che dalle anteprime disponibili si candida ad occupare i primissimi posti delle release del 2007.

Ma lasciamo perdere il futuro e occupiamoci del "presente", occupiamoci di Perceptive Deception, un album che esalta tutte le caratteristiche di un certo brutal tecnico che non rinuncia ad assalire nella maniera più sfrenata possibile l'ascoltatore. Un disco compatto come un macigno che ha il grande pregio di essere incredibilmente diretto e orecchiabile (è proprio vero che tutto è relativo), senza per questo essere scontato e noioso alla distanza, mantenendosi costantemente su livelli eccelsi. Il riffing curato dall'ottimo Gerben van der Bij è il giusto compromesso tra la tecnica di alcuni passaggi, e l'ignoranza dei frangenti più concitati. Un mosaico ritmico in continuo movimento, molto ben strutturato, vario e fantasioso al punto giusto (limitatamente al genere, ovviamente), che lascia intravedere un gusto "melodico" che dona un tocco in più ai brani.

Un altro grande pregio dei Disavowed è di sapere dove spingere a tavoletta sull'acceleratore e dove lasciarsi andare in break groovy così intensi da rischiare di farvi svitare il cranio a furia di headbanging. Ne sono un esempio le prime due tracce in apertura: Rhizome, un brano semplicemente perfetto e completo sotto tutti i punti di vista, e Abolition Of Impediment, ancora più devastante del precedente. Tutta la band gira a meraviglia, con un Robbe Vrijenhoek indemoniato alla batteria, preciso nel "blastare" inesorabilmente e nel riempire adeguatamente i momenti più rilassati, come nella coppia Reason Rejected e Masses Conformed (splendido il crescendo sul finire del brano), brani meno immediati ma ugualmente corrosivi. Dobbiamo dire che i Disavowed danno il meglio di sé in episodi più tirati come Condensed Conditions, Generative Patterns, o Opposite Extremities, dei violentissimi toccasana per qualsiasi brutalkid.

Nota di merito per i testi di Perceptive Deception, dove per una volta le tematiche gore vengono lasciate da parte in favore di argomenti di ordine filosofico/esistenziale, e per i suoni scelti, con il lavoro di basso di Nils Berndsen per nulla relegato nel dimenticatoio. L'unica nota che potrebbe nutrire qualche disappunto è sull'effetto dato al growl ultragutturale di Robbe Kok, forse un po' troppo equalizzato e poco al "naturale", una scelta a cui ci si abitua molto in fretta, e che non pregiudica la bontà dell'album. Piccolezze per un lavoro da spararsi a tutti volume e basta.

Perceptive Deception: tecnica, feeling, personalità, ferocia... Cosa si deve chiedere di più a un disco?



01. Rhizome

02. Abolition Of Impediment

03. Reason Rejected

04. Condensed Conditions

05. Masses Conformed

06. Unfolding Disposition

07. Generative Patterns

08. Critical Emulation

09. Opposite Extremities

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