Kiddycar
Sunlit Silence

2009, Rai Trade
Indie

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 26/09/09

Una bambina fissa con vivo interesse il sogno che le si presenta davanti, il coniglio blu a rappresentare tutto ciò che di fantastico le può riservare la vita.
Apriamo l’elegante digipack di questo secondo album degli italiani Kiddycar e notiamo come, in terza di copertina, il coniglio non ci sia più, e la bambina ci stia invece fissando con uno sguardo di desolata recriminazione. “Dov’è il sogno che stavo ammirando?”, pare chiederci la bambina, “Possibile che la vita sia solo una desolata distesa di realtà priva di immaginifica meraviglia?

E’ proprio questo stato di delicata desolazione dei sentimenti quello che viene perfettamente rappresentato in musica da “Sunlit Silence”, album che basa lo scheletro sonoro delle diverse composizioni su una chiara influenza della chanson francese degli ultimi anni ’70. Influenza che si cristallizza perfettamente nelle due canzoni in francese del lavoro (“Il Fait Jour” e “C’est Drole”), ma anche e soprattutto nella timbrica delicata e sussurrata di Valentina Cidda (spesso coadiuvata da interpreti maschili altrettanto placidi come, ad esempio, su “You Save Me From Understanding More”, alla quale presta la propria voce Paolo Messere dei Blessed Child Opera), nonché da un uso caldo di synth ed hammond.

C’è da dire, analizzando nel profondo queste 12 tracce, che la costruzione melodica di ciascun pezzo è davvero mirabile: ogni singola canzone parte, difatti, da un’idea di fondo, sostenuta man mano da una costruzione in crescendo (come i progressivi inserti strumentali su “Purple Fish Wedding”, la migliore del lotto con quell’interpretazione in italiano semplicemente da brividi, sopra un piano solo all’apparenza desolante), piuttosto che su preziosi inserti strumentali quali violoncelli (vedi “Another Life” e “Paper Rose”) e trombe (vedi “Shadow Butterfly”).
Il tutto porta alla costruzione di pezzi davvero interessanti come la dolce “Drop By Drop”, piuttosto che la sorpresa acustica di “Your Last Hope”, nonché il sintetizzatore che segna l’inesorabile scorrere del tempo su “Shapeless Clock”.

Tutto bello sinora, eppure, se avete sbirciato il voto a fondo pagina, capirete da soli che è in arrivo un grosso “ma”.
Il “ma” in questione consiste, essenzialmente, nell’eccessiva dilatazione della proposta musicale dei Kiddycar; in altre parole: se vi aspettate dei sussulti emotivi in questo viaggio sonoro di 55 minuti, allora rimarrete inesorabilmente delusi.
Con ciò non voglio assolutamente dire che questo lavoro è sterile e privo di emozioni: tutt’altro. Anzi, se posso osare direi che è quasi l’album ideale per salutare nel migliore dei modi la stagione crepuscolare che è appena iniziata, ovvero l’autunno (mirabile, in questo senso, la pioggia che si avverte al termine dell’album, quasi a volerci ricordare la malinconia di cui è pregno questo cd).
Il problema è che al quadro sonoro manca un poco di varietà… come se fosse stato dipinto mediante l’uso di pochi, selezionati, colori, mischiati in modo sempre originale e di pregevole gusto, tuttavia risultando in un’opera selettiva che, pertanto, non è decisamente per tutti.
I tempi, in pratica, sono davvero troppo lenti, dilatati, sussurrati: dell’estate che precede l’autunno, insomma, non v’è minimamente traccia; allo stesso modo la desolazione dell’inverno è ancora lontana.

E’ come lo sguardo di quella bambina in terza di copertina quest’opera: inesorabilmente fissa nel suo sguardo immobile, ed anche, vagamente, imperscrutabile.
Voglio quindi concludere invitando chiunque sia interessato all’indie pop più raffinato, elegante ed atmosferico a fare proprio questo cd immediatamente, perché lo amerete alla follia, garantito.
Allo stesso modo, chiunque non si senta intimorito dal rimanere intrappolato in un perenne Novembre – ma senza l’angoscia del gothic e generi affini, attenzione - dovrebbe, altrettanto doverosamente, dare un ascolto a questa fulgida (e dal curriculum artistico tutt’altro che trascurabile) realtà italiana.



01. Drob By Drop
02. You Save Me From Understanding More
03. Shapeless Clock
04. Il Fait Jour
05. Another Life
06. Shadow Butterlfy
07. Hungry Sky Swings On The Deep
08. Paper Rose
09. C’est Drole
10. Your Last Hope
11. Purple Fish Wedding
12. Light Blue Sleep

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