Accept
Stalingrad

2012, Nuclear Blast
Heavy Metal

Gli Accept non sbagliano più un colpo... e l'heavy metal ringrazia!
Recensione di Daniele Carlucci - Pubblicata in data: 06/04/12

Nell’agosto del 2010 “Blood Of The Nations” ha riportato in auge gli Accept dopo un lungo silenzio durato quattordici anni, risultando addirittura, numeri alla mano, l’album di maggior successo nella carriera della band. Sulla scia sanguinolenta di quel disco killer, la formazione teutonica torna alla carica con “Stalingrad”, in cui il timone di comando è ancora una volta affidato all’ottimo Mark Tornillo, che ha preso in pianta stabile il posto della storica ugola tagliente Udo Dirkschneider.

L'arma scelta per attentare alle orecchie degli ascoltatori è il solito mix esplosivo tra heavy metal veloce e dinamico ed hard rock potente e cadenzato, il tutto condito con riff ed assoli melodici. E con l'usato sicuro il gruppo tedesco non sbaglia mandando a bersaglio un altro buon lavoro, che non raggiunge i livelli del suo predecessore, ma convince in toto grazie a brani solidi e piacevoli fatti riecheggiare nell'aria con suoni accesi e dall'impatto immediato. Le stilettate continue di Wolf Hoffmann ed Herman Frank colpiscono inesorabili come i ganci di un pugile; destro con “Hung Drawn And Quartered”, sinistro con la title-track e si è già in balia di “Stalingrad”. Gli Accept sono maestri nel tirare fuori il massimo da un genere in cui si orienterebbero perfettamente anche con la luce spenta e per accorgersene basta ascoltare i riff al vetriolo e i cori dal facile richiamo, costruiti su accordi che sanno toccare le corde giuste di ogni metalhead, di cui l'album è pieno. Sorprende poi la facilità con cui il nuovo frontman Tornillo si sia insediato e calato nel ruolo, scalzando con prepotenza la figura ingombrante (a dispetto della statura!) di Udo; sembra che l'ex cantante dei TT Quick suoni con il resto della band da una vita.

In “Stalingard” si incontrano per strada alcune buone canzoni (“Shadow Soldiers”, “Twist Of Fate”, “Revolution”, “The Galley”), altre meno, ma è il disco nella sua totalità a dare un forte senso di compattezza: passano gli anni e gli Accept continuano ad interpretare l'heavy metal nel migliore dei modi, rendendo giustizia ad un genere la cui dea bendata in passato sembra essersi un po' dimenticata della band tedesca, che non ha sempre raccolto quanto seminato. E di semi, Hoffmann e compagni, ne hanno piantati parecchi...



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