Per chi non avesse mai sentito parlare dei The Mojomatics, vi basti sapere che i Nostri sono un duo italiano, precisamente della provincia di Venezia, che suona un rock pieno di contaminazioni, in questo caso spudoratamente filo-americane, al limite del country rock (un po' come i più famosi The Black Keys), e che in neanche dieci anni di attività ufficiale ha già fatto uscire tredici pubblicazioni, tra album e EP, di cui quattro solo nel 2009, apparentemente un anno di grazia per la band. Oggi ci occuperemo della release più recente, “You Are The Reason For My Troubles” che marca la tredicesima tacca nella discografia dei veneziani, pur essendo “solamente” il quarto album.

La cosa che colpisce di più di questo full-length è la sua semplicità, in senso positivo: canzoni dirette, brevi, di facile assimilazione ma che, ve lo possiamo assicurare, creano dipendenza. Si potrebbe quasi dire che l'unico difetto di questo album è l'eccessiva brevità: solo 32 minuti in totale per undici canzoni, talmente piacevoli da meritare un premio proprio per le sensazioni di allegria e spensieratezza che trasmettono all'ascoltatore. Saranno gli elementi folk che fanno venire voglia di muovere il piede sotto la scrivania mentre si ascolta o l'armonica che rimanda agli albori della musica rock, quando Chuck Berry ancora non aveva fatto la sua rivoluzione, al blues e al jazz, alla Luisiana e a New Orleans... Tutto questo ci porta molto, molto indietro nella storia della musica rock.

Già a partire dall'opener “Behind The Trees” ci si rende conto che questo è effettivamente uno di quei rari album che, una volta ogni tanto, catturano realmente l'attenzione in virtù della loro diversità. “You Are The Reason For My Troubles” possiede un fascino che è difficile da descrivere, un tocco old school mescolato ad un'ottima produzione lo-fi al punto giusto da farlo sembrare un disco d'altri tempi; insomma, tutta una serie di caratteristiche che rendono questo quarto inciso dei The Mojomatics affascinante, divertente e molto più profondo e sostanzioso di quel che si possa pensare al primo ascolto. Nella sua particolarità contiene tutti gli elementi per un successo strepitoso tra gli amanti del rock vecchio stile, ma non solo, è un album adattissimo al ragazzo che si accosta al punk della scuola dei Clash, di cui si sentono echi qui e lì soprattutto per quanto riguarda le ritmiche, così come al non più ragazzo che ama ancora il periodo, ma anche all'appassionato di country rock americano. La title-track vi farà innamorare al primo ascolto.

Per chiudere, ci sentiamo sicuri e ben saldi nell'affermare che questa sia una delle release di casa nostra migliori di questi primi quattro mesi del 2012. Tra tutto quello che ha in serbo la musica italiana per il futuro, questa è una carta da giocare senza pensarci due volte, grazie alla sua grandissima capacità di intrattenimento. Se solo si riuscisse ad andare oltre ai classici tre minuti per pezzo, si potrebbe quasi gridare al miracolo!