Moonspell
Alpha Noir

2012, Napalm Records
Gothic

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 26/04/12

La conferma giunge direttamente dai Paradise Lost, che con “Tragic Idol” ci hanno lasciato intendere che i tempi della sperimentazione, per il gothic metal, sono ormai un ricordo. Un ricordo lontano e sbiadito. La storia più recente insegna che ai maestri del genere non è rimasto altro da fare se non cercare di mettere in piedi, con la capacità di scrittura che da sempre li contraddistingue, un'operazione nostalgia coi fiocchi, in modo tale che i fan di vecchia data possano ricongiungersi “spiritualmente” coi propri beniamini e quelli dell'ultima ora abbiano modo di capire quale musica ha reso celebri queste band senza dover per forza recuperare i grandi classici degli anni '90.

I portoghesi Moonspell non fanno eccezione e la pubblicazione di “Alpha Noir” segue, com'era lecito aspettarsi, il trend inaugurato qualche anno fa dai ben più famosi colleghi d'oltremanica. Nessuna rivoluzione, quindi, per Fernando Ribeiro e soci che, con questo nuovo inciso, condensano il gusto per la ferocia più mediterranea e passionale nel corso di nove tracce brevi, dirette e spietatamente gotiche (nel senso più letterario del termine, ovviamente). Eliminando gli eccessi “black” di “Memorial” e le divagazioni dark di “Night Eternal”, i Nostri riemergono dall'oblio con un lavoro di chitarra di chiara ispirazione thrash, sul quale le vocals del buon Fernando trovano terreno fertile per imprimersi nella memoria con la loro consueta espressività. Non tremino, tuttavia, gli appassionati dell'anima più sensuale ed oscura dei Moonspell: i passaggi melodici di “Alpha Noir” sono sì stati dosati col contagocce, ma verranno gustati come vera e propria ciliegina sulla torta.

Per restare in tema di paragoni: se la monotonia vocale di un Nick Holmes e la quasi totale assenza di momenti atmosferici ha vistosamente penalizzato l'ultimo lavoro dei Paradise Lost, se la mancanza di una vera e propria coerenza di fondo ha reso altalenanti le recenti uscite dei My Dying Bride, non possiamo dire che i Moonspell abbiano dimenticato come comporre un album solido dalla prima all'ultima nota. Ed è esattamente questa la capacità che pone la formazione portoghese un gradino al di sopra degli altri nomi di punta della scena. La marcia infernale di “Axis Mundi”, il labirinto di perdizione di “Lickanthrope”, la danza macabra e luciferina di “Versus”, la carnale “En Nome Do Medo” (completamente cantata nella lingua madre della band) confermano lo stato di grazia di un gruppo che, pur rinunciando definitivamente al coraggio che aveva caratterizzato le uscite di metà carriera (vedi “Sin/Pecado”), non rinuncia a reinventarsi (perché “Alpha Noir”, in fin dei conti, non ha nemmeno molti punti in comune con i dischi che l'hanno preceduto) e ad intrattenere l'ascoltatore con le sue performance notturne, torbide e morbosamente affascinanti.

NB: L'edizione speciale di “Alpha Noir” comprende un secondo disco intitolato “Omega White” (non incluso nella nostra copia promozionale), nel quale la band ha dato sfogo alla propria passione per gli anni '80 e le sonorità gothic rock.





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