Recensione a cura di Mario Munaretto
Ammetto che aspettavo con estremo interesse l’uscita del secondo album dei thrashers Evile, band inglese da diverso tempo nel rooster della conterranea Earache Records. Il loro debut al fulmicotone, “Enter The Grave”, mi impressionò moltissimo, pur essendo gli Evile totalmente derivativi e per nulla originali. Pezzi come la stessa “Enter The Grave”, “Armoured Assault”, “Bathe In Blood” e “Thrasher” hanno fatto da colonna sonora a personali sedute di air-guitar, condite da robuste dosi di head-banging. Ritmiche incalzanti, chitarroni fumanti, ma soprattutto un’attitudine di tutto rispetto da parte di una band al debutto.
Questi argomenti mi convinsero di essere davanti alla risposta europea ai giovani gruppi emergenti d’oltreoceano, fautori di quel revival thrash, ormai dilagante da qualche anno. Ascoltando più volte il nuovo “Infected Nations”, mi chiedo invece dove sia finita la furia primordiale della band dei fratelli Drake. L’album parte con la massiccia ed esaltante title-track, una corazzata che ti scarica in faccia pezzi da artiglieria pesante dalle sue torrette trinate: stacchi, aperture, ripartenze, assoli devastanti.
Poi succede l’inaspettato, la possente nave da battaglia si trasforma in una bagnarola in preda alla bonaccia e gli Evile iniziano a giocare a fare il verso ai Metallica di “And Justice for All”, chiaramente senza conseguirne i medesimi risultati. Brani come “Genocide”, “Now Demolition” e “Metamorphosis” sono costruiti su strutture troppo lunghe, mancano di energia, di incisività, si rivelano alla fine come uno spreco di riff strausati e abusati, per non parlare poi delle linee vocali piatte e impersonali, quasi lamentose.
La ciliegina sulla torta è la soporifera “Hundred Wrathful Deities”, una strumentale di ben undici minuti, messa in chiusura di “Infected Nations”. Non faccio fatica a nascondere la grossa delusione costituita da questo full-length, come del resto non riesco a comprendere questa mossa da parte degli Evile e della stessa Earache Records, completamente mobilitata per la promozione dell'album. E’ proprio il caso di dirlo: rimandati a Settembre!