Porcupine Tree
The Incident

2009, Roadrunner Records
Prog Rock

Per la band inglese una prova al di sotto delle aspettative.
Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 30/09/09

Ci sono molti modi per rappresentare musicalmente la propria genialità, e i Porcupine Tree ne hanno da vendere, ma sono noti e famosi per esprimerla in un modo meno accessibile rispetto a tante altre band; se non facessero così, non sarebbero la band che è stata in grado di tirare fuori capolavori come “In Absentia” e altre perle della musica progressive e psichedelica.

Ebbene, questo “The Incident” è il decimo album della band inglese, e bisogna dire prima di tutto che non manca di ambizione: infatti, il disco si compone di una lunghissima suite di ben 55 minuti, “The Incident”,  strutturata in quattordici parti, con la possibilità di essere ascoltate separatamente. Il resto dell’album presenta quattro canzoni, totalmente slegate dalla suite, anche se alcune parti e ritmiche riprenderanno il tema della canzone portante.

“The Incident” è quasi impossibile da ascoltare in modo separato e frammentario: la si può gustare appieno solo ascoltandola per intero, come ogni suite che si rispetti, per poterne cogliere pregi e difetti.
Complessivamente, la sensazione che si coglie ascoltando il lungo brano è puramente surreale ed enigmatica, di difficile interpretazione e classificazione. E' un continuo alternarsi tra brani eterei, dove gli strumenti e gli effetti sonori creano una dimensione totalmente astratta e psichedelica, e brani più aggressivi e decisamente più rock, volti a creare un’atmosfera più cupa ed asfissiante, in un certo senso più fisica e diretta, in perfetto contrasto con le canzoni più eteree e sognanti. Tuttavia, c’è da dire che alcuni episodi risultano un po’ ripetitivi e tolgono un po’ di compattezza e sostanza a “The Incident”, facendolo sembrare più sbilanciato verso le tracce meno incisive e meno aggressive.
Le quattro tracce separate dalla suite, pur riprendendo delle sonorità di fondo del lungo brano precedente, suonano decisamente più aggressive e nettamente più convincenti di alcune parti di “The Incident”, ma non aggiungono niente di nuovo alle sonorità dei Porcupine Tree.

Senza mettere in discussione la bravura di Steve Wilson e soci, questo “The Incident” non aggiunge niente di nuovo né di rivoluzionario nella discografia della band inglese, semplicemente si limita a ripetere in modo francamente più blando quanto composto dai Porcupine Tree negli ultimi anni, risultando un po’ scialbo ed altalenante nella qualità complessiva del disco. Quest’incidente, insomma, ha lasciato un po’ di amaro in bocca.



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