Imago Mortis
Ars Obscura

2009, Drakkar Production
Black Metal

Recensione di Riccardo Calanca - Pubblicata in data: 23/10/09

Beneandante, ferma il tuo passo...Scruta attento oltre il Cancello! Osserva la dimora dei Morti! I loro lumi vagano lungo le strade solitarie e i luoghi di immonde tragedie...Unirsi a loro significa sposare la caduta del tempo. Accetta il loro dono, sii custode dei loro segreti, affinchè il nuovo arrivato possa portare il peso della Non Morte...

...Silenzio... Tutti gli uomini prima o poi si fermano a riflettere sul significato della Morte, su ciò che è Eterno e sui misteri della creazione. Il passo filosofico che fa da intro a “Nox Perpetua” e alla nostra recensione, ci trasporta in territori notturni, freddi, sconosciuti e ossessivi. Dietro le parole si celano sempre grandi riflessioni e in questo caso gli Imago Mortis ci regalano un album completamente dedicato alla riflessione sulla Morte: una prova decisamente convincente!

Band bergamasca con un passato tanto prolifico quanto nascosto, fautori di un black metal maledettamente diretto e ispirato, attivi già dal 1994, danno vita oggi a questo terzo capitolo firmato Drakkar Productions, etichetta francese che li ha scoperti e lanciati verso una notorietà internazionale, sebbene secondo il sottoscritto meritino molta più attenzione!

Convince perchè c’è sostanza e personalità nella musica di "Ars Obscura", c’è atmosfera e odio in quantità e qualità ormai rare nel panorama black della nostra penisola. Fin dai primi ascolti si riesce a gustare la componente melodica saggiamente intrisa nel più puro e ossessivo riffing in stile tipicamente scandinavo, i brani sono costruiti con mano esperta e non c’è un passaggio che riesca ad annoiarmi. Davvero notevole la performance del leader Abibial, bassista e cantante carismatico, sorprendente soprattutto riguardo la scelta dell’Italiano per i testi, talvolta affiancato e arricchito dal più nobile latino. Una tendenza questa da non sottovalutare, poichè sembra essere aumentata negli ultimi dieci anni, un modo di esprimersi e di vivere il black metal esclusivamente nostrano, dedicato agli italiani, una scena fervida in cui si possono trovare band come Spite Extreme Wing, Iter Charontis, Tenebrae In Perpetuum, In Tormentata Quiete, Cain, Locus Mortis e via discorrendo.
Le parole si possono seguire tranquillamente con un pò di concentrazione ma senza troppa fatica, e nel momento in cui vi immergerete in "Ars Obscura" sentirete le scariche di adrenalina salirvi dietro la schiena, provocate sia alla bellezza dei riff, che dalla carica occulta ed esoterica dei concetti espressi nelle canzoni. Fatta eccezione per “1330”, un brano che parla della morte che, sotto forma di peste, si insinua attraverso le mura delle città dell’ovest e comincia a mietere vittime, inesorabilmente. Il brano, e quindi tutto il disco, termina con qualcosa che non avevo mai sentito: una specie di ballata macabra dall’incedere festoso e dalle rime elementari che proposta in versione black metal riesce a strappare non poche risate. Difficile scegliere un brano rappresentativo tra i sei proposti, probabilmente i più rappresentativi sono “Nox Perpetua” o “Pestilentia”, in quanto tutto il disco è particolarmente espressivo e sinistro, con influenze che viaggiano dai primi Dissection agli Immortal, da Burzum ai Taake, dai vecchi Satyricon ai Drudkh.

Lasciatevi stregare dall’ “Arte Oscura”, vi troverete il male primitivo, la disperazione, la pestilenza, le invocazioni arcane ed occulte, melodie tanto affascinanti quanto repellenti, troverete tutto ciò che è black metal e che in definitiva vale davvero la pena di premiare; un disco che esce fuori da quattro ragazzi che dimostrano di aver fatto tesoro del vero spirito del black, riuscendo a personalizzare la loro proposta in maniera eccellente, con misticismo, equilibrio e dedizione. Occulto!



01. Nox Perpetua

02. Summa Regina Mortorum

03. Ars Obscura

04. Cassa Morta

05. Pestilentia

06. 1330

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