Mastedon, da non confondere coi quasi omonimi Mastodon, è il progetto di un grande personaggio della musica internazionale, l’ex cantante dei “Kansas” John Elefante che, insieme a suo fratello Dino, ha fondato il gruppo nei primi anni ottanta. Difficile restare impassibili durante l’ascolto di un disco che andrebbe vivisezionato nota per nota, nel quale John Elefante indossa i panni del rocker melodico attingendo ma non troppo dal suo passato. Il nuovo capitolo della discografia Mastedon si rende accessibile anche ai meno avvezzi al genere, John non si sofferma soltanto sulle linee vocali ma si occupa a trecentosessanta gradi del songwriting, lasciando piena autonomia al fratello chitarrista nella cosiddetta “fase esecutiva”.
Dave Amato (REO Speedwagon), Anthony Sallee (Whiteheart), Dan Needham (Michael McDonald, Neville Brothers, Amy Grant, Garth Brooks) sono, insieme a Dino e a John, i componenti dei Mastedon di “3”, ai quali sono stati affiancati un paio di ospiti (Tim Smith col basso su “Slay Your Demons” e Jr McNeely chitarra aggiunta su “Questions”) per un album ricco di pathos e di melodia, arrangiato con una classe fuori dal comune e prodotto con il gusto di chi il proprio lavoro lo sa fare. Le canzoni di “III” mostrano un sentimento piuttosto rasserenato, sbocciano qua e la arpeggi toccanti e delicate sinfonie ma John Elefante non è certo tipo da nascondere il suo lato più rock, in quello che definirei come una sorta di bilanciamento (leggasi: equilibrio) tra il passato e il presente del singer new yorkese.
Forse l’eccesso di zelo e la prolissità che ne consegue sono gli unici (purtroppo concatenati) difetti che si possono appuntare al disco, fortunatamente non tali da oscurare la classe e lo spessore di un artista nato e cresciuto con un’evidente marcia in più. Da ascoltare e riascoltare all’infinito, perché il 2009 è l’anno del rock: l’ex Kansas non doveva e non poteva mancare all’appello.