Paradox
Riot Squad

2009, AFM Records
Thrash

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 05/11/09

Recensione a cura di Mario Munaretto

Probabilmente qualche veterano degli anni Ottanta se li ricorderà, i Paradox erano una delle promesse del thrash teutonico, appartenenti a quell’onda di second-comer, che fiorirono nella seconda metà della decade appena nominata, sulla scia dell’ormai iconica triade tedesca, ovvero Kreator, Sodom e Destruction. Dopo due buoni album, “Product Of Immagination” ed “Heresy”, i Paradox fanno perdere le loro tracce, invischiati in problemi di line-up e incomprensioni con la loro etichetta di allora.

 

Dopo una decina di anni, il fondatore Charly Steinhauer, voce e chitarra, decide di riattivare la band, insieme al chitarrista Kai Pasemann e ai fratelli Holzwarth alla sezione ritmica. Il frutto di questo nuovo inizio è un altro album dirompente, “Collision Course”. Purtroppo i casi della vita arrivano a colpire Steinhauer, che a causa di gravi problemi personali e di salute, rimette i Paradox in naftalina fino all’inizio del 2008, quando richiamato il fido Pasemann e con una nuova formazione, esce “Electrify”, seguito dopo un anno e mezzo dal nuovo album, “Riot Squad”.

 

Tratto tipico del sound dei Paradox è sempre stato l’approccio tecnicistico e melodico, che li ha portati a distinguersi dal classico thrash-metal tedesco degli inizi, approdando con il passare del tempo verso lidi techno thrash, esplorati anche dai conterranei Living Death, Mekong Delta e in parte dai Deathrow. “Riot Squad” mostra un perfetto equilibrio tra potenza e partiture melodiche, velocità e arrangiamenti moderni e più ragionati, come nel brano “Planet Terror” giusto per fare un esempio. Le tiratissime “Suburban Riot Squad” e “Hollow Peace” spianano la strada al tumulto sonoro dei Paradox, anche se, con tutta la buona volontà, Charly Steinhauer fatica veramente alla voce, che in alcuni passaggi è quasi coperta dagli altri strumenti. Ancora più potenti risultano “Evolution Reset” e “No Place To Survive” e la conclusiva “Psychofficial”, certamente il brano più violento dell’album.

 

Ottima intesa tra le chitarre, buon riffing, ritmiche precise e serrate, songwriting di qualità, ci sarebbero tutti gli ingredienti per fare di “Riot Squad” un ottimo album, ma manca la voce, o meglio manca un vero cantante, che sia in grado di esaltare e sottolineare le strutture melodiche dei diversi brani. Senza questo innesto fondamentale, i Paradox sono destinati a restare al palo con la loro proposta di nicchia e “Riot Squad” e i suoi successori, dei prodotti diretti solo ai fans della band.





01.Suburban Riot Squad    
02.Hollow Peace    
03.Riptide
04.Rise In Rank
05.Evolution Reset    
06.Nothingness    
07.No Place To Survive    
08.Dream Hero
09.Planet Terror
10.Psychofficial   

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