Devin Townsend Project
Addicted

2009, HevyDevy Records/Inside Out Music
Alternative Rock

Oops!... He did it again! Hevy Devy fa di nuovo centro!
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 30/11/09

Puntuale sulla tabella di marcia arriva il secondo capitolo del Devin Townsend Project, “Addicted”. Il precedente “Ki” gira ancora nei nostri lettori, ma il buon Devin non ama perdere tempo, arrivando quindi a metà strada nel suo personale progetto di quattro full-length. Un disco in antitesi rispetto al predecessore, come pienamente segnalato dallo stesso musicista. Se “Ki” doveva essere l'episodio più intimista del lotto, “Addicted” era destinato rappresentare il lato più melodico, diretto e scanzonato del genietto canadese.

Nonostante la bizzarra vena creativa di Townsend, tutto quadra alla perfezione: “Addicted” è un lavoro fresco, facile da assimilare, incalzante, composto da canzoni che non hanno troppe sovrastrutture e che parlano chiaro. Per certi versi potremmo azzardare la parola “pop”, se dessimo ascolto unicamente agli episodi più divertenti e immediati. Il buon Devin fa tesoro della sua esperienza, attingendo a piene mani dal suo repertorio; non sarà difficile per gli appassionati riconoscere in “Addicted” influenze di album come “Ocean Machine” o “Physicist”, andando probabilmente a toccare l'unica nota dolente dell'album, la sostanziale mancanza di novità. Infatti se “Ki” era qualcosa di inedito per il nostro, in “Addicted” non sono difficili i parallelismi con i lavori sopracitati e con i classici stilemi di sempre.

Poco male comunque, perché la qualità è tale da tuffarsi immediatamente nel disco, spinti da un ritmo sempre sostenuto, carico di groove e di melodie splendide. Come sempre risulta difficile catalogare un artista del genere, specialmente se veniamo accolti da due brani come “Addicted!” e “Universe in a Ball!”, che dell'aurea pop/accomodante menzionata sopra hanno ben poco, retti da chitarre mastodontiche e da un regime vocale estremo. Però anche negli estratti più pesanti, qualche segno premonitore lo troviamo, come il coretto nel break centrale della title-track o nel massiccio utilizzo di elettronica, pronta a esplodere in “Bend It Like Bender!”, inaugurando un riuscito esperimento rock/dance strano ma efficacissimo... Basti ascoltare il ritornello ballabile del brano per capire quanto Devin riesca a giocare con la musica, senza incappare in cadute di stile. Una grossa mano gliela dà la bellissima voce di Anneke van Giersbergen, che addolcisce il tutto, donando una sfumatura nuova alle costruzioni melodiche di Townsend. In questo senso da manuale il duetto in “Supercrush!”, emozionante, in “Numbered!”, o la riproposizione di “Hyperdrive!”, estratto dall'album “Ziltoid The Omniscient”. Quest'ultima perfettamente cucita attorno alla voce di Anneke, forse anche meglio della versione originale.

Grande attenzione nella produzione e negli arrangiamenti, con il classico muro sonoro che fa da base a tutta una serie di effetti che Hevy Devy gestisce come sempre con maestria, curando ogni particolare con mano certosina, raggiungendo un buonissimo bilanciamento tra i frangenti più complessi e le parti più atmosferiche, come nella bellissima “The Way Home!”, che trasmette calore nonostante una produzione supereffettata.

Un disco imperdibile per ogni fan del musicista canadese, ricco di canzoni di gran classe. Un lavoro che, manco a dirlo, si erge dalla massa per inventiva, intelligenza e personalità. Siamo solo a metà percorso e il buon Devin ci ha già consegnato due grandissimi album, non resta che attendere il prossimo capito, che si preannuncia il più pesante e “metallico” del lotto. Anche se da uno che dichiara di ritirarsi dalle scene, per poi ritrovarsi a registrare non uno, ma ben quattro album nello stesso tempo, bisogna sempre aspettarsi di tutto. Nel frattempo “Addicted” è una tappa obbligata.



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool