Twinspirits
The Forbidden City

2009, Lion Music
Prog Metal

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 18/12/09

Il progressive metal italiano sembra godere di buona salute, viste le numerose uscite degli ultimi mesi. Dopo Ashent, Simone Fiorletta, DGM, Killing Touch, mi trovo tra le mani un altro gruppo italiano, veneto per la precisione, i Twinspirits, nati dal poliedrico ed instancabile tastierista Daniele Liverani (Genius, Empty Tremor, Khymera, Cosmics). Giunta al suo secondo album, intitolato "The Forbidden City", la band presenta all'interno della formazione un nuovo cantante, lo svedese Göran Nyström, in sostituzione del danese Søren Adamsen. Il fatto di avere un cantante straniero può essere utile per un'eventuale internazionalizzazione della band e questo non rappresenta certo un nuovo trend tra le band progressive italiane, vedi i veneti Ashent.


"The Forbidden City" è costruito su un concept che ricorda gli scenari inquietanti del celebre romanzo "1984" di George Orwell: la libertà dell'umile ostacolata dalla volontà di una persona autoritaria, che vuole il controllo a tutti i costi.
La lunga e complessa titletrack "The Forbidden City" vuole introdurci alle vicende che si susseguiranno nell'album: un brano ricco e vario, ben eseguito, senza troppi virtuosismi, adatto a creare l'atmosfera cupa e tesa che caratterizza parte del disco, in particolare i brani "Everything" e "One Of Us".
L'antagonista di questo concept sembra essere idealmente incarnato dal brano "Number One", il più aggressivo su tutti i fronti, dove il cantante contrappone magistralmente un canto caldo e profondo ad urla roche ed aggressive.
L'atmosfera sembra magicamente distendersi a metà album, con il magnifico duo di canzoni composto da "BTR", delicata ma allo stesso tempo grintosa traccia strumentale, accompagnata dalle note di un pianoforte nella parte centrale, e dal duetto arioso e carico di speranza "Hide This Feeling". In questa traccia, inoltre, viene introdotta una misteriosa voce femminile, contraltare di Göran. Alle finali "Reaction", brano energico e grintoso, e alla solenne e maestosa "I Am Free", un canto appassionato alla libertà, spetta il compito di chiudere "The Forbidden City".


Senza dubbio questo è un lavoro di qualità veramente buona, a partire dalla produzione e dalla preparazione di tutti i musicisti. Il nuovo cantante si rivela più che all'altezza del precedente, che aveva pesantemente penalizzato il debut album risultando piuttosto impacciato e goffo. Quando si parla di maturazione musicale, s'intende proprio questo, fortificare anche i propri punti deboli, qualunque essi siano, per trasformarli in punti di forza.
Consiglio caldamente "The Forbidden City" agli appassionati di progressive metal e a chi abbia voglia di dare una possibilità anche ai nostri artisti, tanto bistrattati, ma assolutamente non privi di talento e buone capacità. Il progressive italiano sembra voler riportare in vita i fasti di un tempo, quando negli anni settanta il nostro Paese costituiva un punto di riferimento nel genere.





01. The Forbidden City
02. Taste The Infinity
03. Number One
04. Everything
05. One Of Us
06. BTR
07. Hide This Feeling
08. My Future
09. Reaction
10. I Am Free

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