Che si sia finalmente mosso qualcosa in casa Mudvayne? Dopo il deludente "The New Game", era l'augurio che tutti, fan e semplici amanti della buona musica, potevano rivolgere al quartetto dell'Illinois, che pare essersi rimboccato le maniche per mettere sul mercato, a solo dodici mesi di distanza, il sesto album in carriera.
Evidentemente questo lavoro doveva rappresentare qualcosa per la band, altrimenti non si spiegherebbe la scelta di intitolarlo proprio “Mudvayne”, come a ribadirne la provenienza, sottolineare l'identità di una formazione che ha perso con gli anni la verve degli esordi, per una strada forse più redditizia ma meno appagante all'orecchio. Bene, per la gioia di chi ha seguito i nostri in questi anni, possiamo dire che i Mudvayne si sono ripresi dalla sbandata, rientrando nei ranghi consoni a una formazione dotata come la loro. In sostanza questo disco non propone nulla di nuovo, però quello che rinfranca è la maggior cura generale, la ritrovata vena aggressiva, la ricerca di parti più intricate e tecnicamente rilevanti, una nuova vena compositiva più solida e competitiva.
Tutto sommato "Mudvayne" è una specie di riassunto generale di quello che è stata la carriera dei nostri, a partire dal sorprendente debutto di "L.D. 50", attestandosi sempre sulle coordinate recenti, ovvero quello di una grossa componente melodica e “radio friendly”, però con una bella iniezione di energia in più. È come se il nu-metal/rock degli ultimi tempi si fosse “metallizzato”, acquistando in dinamicità e imprevedibilità. I riff di Greg Tribbett si rifanno spesso alla grande tradizione Pantera, vedi ad esempio la citazione fin troppo palese in “Heard It All Before”, e il basso caratteristico di Ryan Martinie trova maggiore spazio. Quello che manca ai nostri è la volontà (o a questo punto la capacità) di fare il grande salto, di abbandonare il retaggio nu-metal per qualcosa di più consistente e più maturo. Sì perché la musica dei Mudvayne, nonostante i miglioramenti, rimane comunque legata a un pubblico che ha vissuto l'era d'oro del nu, ma che ora si aspettano ben altro. I troppi passaggi a vuoto, dalle melodie scontate e dall'andamento troppo sbrigativo, sono le pecche che rendono fragile la proposta, forse buona per le nuove leve di ascoltatori, ma che rischia seriamente di venire sommersa dalla marea delle uscite odierne.
Un limbo che ai Mudvayne evidentemente non dispiace, visti i buoni piazzamenti nelle chart americane, più inclini a recepire proposte “mainstream” rispetto al vecchio continente, ma che dal punto di vista qualitativo lascia, ancora, a desiderare.
Mudvayne
Mudvayne
2009, Epic Records
Nu Metal
01. Beautiful And Strange
02. 1000 Mile Journey
03. Scream With Me
04. Closer
05. Heard It All Before
06. I Can't Wait
07. Beyond The Pale
08. All Talk
09. Out To Pasture
10. Burn The Bridge
11. Dead Inside