Shining
VI - Klagopsalmer

2009, Osmose Productions
Black Metal

Inchiniamoci ancora una volta davanti al folle genio di Niklas "Kvarforth" Olsson.
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 29/12/09

Quando si ha a che fare con gli Shining non si sa mai bene a cosa si va incontro. Qualsiasi notizia legata alla band svedese, ogni dichiarazione, ogni esibizione, qualsivoglia aspetto legato ai nostri va sempre filtrato e giudicato con distacco e benevola rassegnazione. Quella rassegnazione che un padre può avere nei confronti di un figlio discolo che ne combina sempre una, ma che in fondo riceve tutto l'affetto e le attenzioni possibili.

Del resto se pensiamo alla mente dietro gli Shining, Niklas "Kvarforth" Olsson, possiamo immaginare quanto tumultuosa e variopinta possa essere la vita artistica della band formata nel lontano 1996. I fan ricorderanno certo l'assurda vicenda che ha anticipato "V – Halmstad" (a tutti comunque consiglio di darci uno sguardo, giusto per inquadrare il personaggio); per fortuna il presente album ha dovuto solamente subire ritardi a ripetizione della release ufficiale, iniziando le prevendite, salvo poi rimandare tutto a data da destinarsi. Un piccolo “Chinese Democracy” per il genere, che a differenza però della versione originale, ci dona una band che non smette, dopo cinque album alle spalle, di stupire, di evolversi, di rimettersi in gioco.

Sembra che a Kvarforth faccia piacere attirare le ire della frangia più intransigente del suo pubblico, allontanandosi costantemente dal filone depressive da lui inaugurato, abbracciando via via sempre più influenze e sonorità agli antipodi, almeno sulla carta, rispetto a quelle originarie. Mentre le schiere di epigoni sono rimasti al palo tentando di seguirne la strada, il nostro ha già mutato volto alla sua creatura diverse volte, presentando in questo "VI – Klagopsalmer" il lato più sperimentale, più aperto alle contaminazioni, sposando una maggiore complessità del songwriting. Potremmo parlare di pulsione progressive, senza paura di venire smentiti dai seguaci di Petrucci e compagnia bella.

Sarà pure fuori di testa, ma il buon Kvarforth deve avere un talento eccezionale e un metodo di lavoro praticamente infallibile. Per "VI – Klagopsalmer" non ha fatto altro che circondarsi di giovani e ottimi musicisti (come testimonia l'esibizione milanese di qualche mese fa), spostare l'asticella verso lidi sempre più “rock”, con manciate di riffoni thrash, death, aperture heavy, aumentando notevolmente il tasso tecnico, buttando un occhio ai compaesani Opeth, mutuando in salsa Shining la complessità della band di Akerfledt, con i consueti sali/scendi tra sfuriate e momenti di assoluta calma, in cui il nostro si cimenta anche in una prestazione pulita di tutto rispetto. Ovviamente senza rinnegare il passato o snaturare quello che gli Shining rappresentano, gettando addosso agli ascoltatori una disperazione che non appare più solo viscerale, ma finemente studiata e prodotta alla perfezione.

Nasce così un lavoro che va assaporato necessariamente per intero, inanellando canzoni da urlo, una su tutte la conclusiva "Total Utfrysning", sedici minuti di magia nera, o la cover dei Seigmen, "Ohm (Sommar med Siv)", così bene arrangiata per l'occasione, tanto da sembrare uscita dalla mente di Kvarforth. Se avete apprezzato le ultime opere degli svedesi non potrete farne a meno, se siete rimasti ancorati ai tempi di "II - Livets Ändhållplats", datevi una svegliata. Potrà sembrare ripetitivo quando si parla di Shining, ma anche questa volta non possiamo che inchinarci al folle genio di Kvarforth.



01.Vilseledda Barnasjälars Hemvist
02.Plågoande O'helga Plågoande
03.Fullständigt Jävla Död Inuti
04.Ohm (Sommar med Siv) [Seigmen cover]
05.Krossade Drömmar Och Brutna Löften
06.Total Utfrysning

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