This Will Destroy You
This Will Destroy You

2008, Magic Bullet Records
Post Rock

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 18/01/10

Il post rock non è per niente un genere facile. Tanto è già stato fatto dai vari Explosions In The Sky, Slint, Mogwai, Sigur Ròs (in parte), l’originalità inizia ovviamente a latitare e il confine tra un masterpiece e una scopiazzatura si fa anno dopo anno, uscita dopo uscita, sempre più labile. Ciò nonostante i gruppi che suonano questo genere, rapportandosi direttamente ai mostri sacri sopra menzionati, continuano a fiorire, con alterne fortune.

I texani This Will Destroy You se ne escono nel 2008 con il loro LP di debutto (omonimo), facendo sussultare non poco gli ascoltatori del genere. C’è chi con loro parla di boccata d’aria fresca, chi all’opposto li addita subito come meri manieristi (nel senso negativo del termine) e quindi incapaci di creare qualcosa di nuovo. Dal mio punto di vista la verità, come spesso accade, sta nel mezzo. L’album è tecnicamente perfetto, suonato da Dio e registrato in maniera consona, con alcune canzoni eccezionali, ma ha un difetto: certi pezzi paiono copiarsi. E non intendo plagi (più o meno evidenti) da altri gruppi, sono quasi più riproposizioni di parti già utilizzate dagli stessi quattro nello stesso disco!

Nonostante il senso di deja vu che a volte si avverte, sarebbe da stupidi non tributare il giusto merito ai TWDY. “A Three-Legged Workhorse” ti stende al primo ascolto, è inevitabile. Nebbiosa, fina e delicata, si insinua sottopelle con un delicatissimo arpeggio che pare venire da così lontano (o dalla parte più nascosta del nostro cuore) che quasi commuove. A ogni suo crescendo, a ogni spirale melodica, il pathos e il coinvolgimento emotivo aumentano, culminando nel perfetto finale. Stessa cosa dicasi anche di “Threads”, di “They Move On Tracks of Never-Ending Light” (dove si sentono anche echi dei Mùm più delicati e “infantili”, passatemi il termine) e della finale, imponente, “Burial On The Presidio Banks”.

Se l’album fosse fatto da queste sole quattro tracce sarebbe eccezionale, purtroppo però si perde in alcune circostanze, che inevitabilmente ne minano l’ascolto. Ho già citato la monotonia che talvolta pare serpeggiare (complice la riproposizione di momenti già sentiti): confrontate la prima “A Three-Legged Workhorse” con la quarta “Leather Wings” e ditemi se non trovate somiglianze tra le due. C’è poi una certa prolissità, a tratti parentesi ambient sin troppo lunghe (della durata anche di un brano intero!) rovinano la tensione emotiva che si era creata sino a quel momento, assopendo di fatto l’ascoltatore. Per carità, nulla di male, solo che un genere come il post rock, soprattutto se strumentale, abbisogna di una certa dinamicità, onde evitare di stancare quasi subito.

Il voto supera ovviamente la sufficienza (certi brani ti fanno davvero sognare), ma l’album deve accontentarsi di rimanere, per adesso, nella massa dei tanti lavori dello stesso genere. Con una marcia in più e qualche accorgimento mirato i This Will Destroy You potranno fare miracoli in futuro, scrivendo magari capolavori del genere che propongono, ma per il momento il loro LP omonimo risulta ancora fuori fuoco… Un po’ come certe atmosfere brumose che i nostri sanno disegnare con grande abilità. Senza dubbio una band da tenere d’occhio.





01.A Three-Legged Workhorse
02.Villa del Rifugio (Town of Refuge)
03.Threads
04.Leather Wings
05.The Mighty Rio Grande
06.They Move on Tracks of Never-Ending Light
07.Burial on the Presidio Banks

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