Tardive Dyskinesia
The Sea Of See Through Skins

2009, Coroner Records
Death Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 27/01/10

Spesso per una band discograficamente giovane, che deve cioè ancora farsi un proprio pubblico, è difficile staccarsi dai propri nomi tutelari che l’hanno ispirata da sempre: il rischio è quello di cadere in palesi copiature e essere additata come mero clone. I greci Tardive Dyskinesia si muovono proprio sul labile filo di demarcazione tra il personale e il copiato (o meglio, il reinterpretato): nel loro caso il raffronto più diretto è con i Meshuggah.

Autori anche loro di un death metal avanguardistico cervellotico e labirintico, i TD tendono a riproporre stilemi già usati dagli svedesi: voce aggressiva, ritmiche schizofreniche, linee di chitarra che si concedono sì qualche break melodico, ma che in generale travolgono l’ascoltatore dall’inizio alla fine dei pezzi e lo stordiscono privandolo di punti di riferimento.

Attenzione, non crediate però che i nostri siano una cover band senza anima e senza uno stile proprio; sarebbe un grosso errore. Sebbene infatti a livello stilistico le similitudini con i Meshuggah siano tante (e la caratura tecnica dei musicisti sia molto elevata, fatto che permette loro di calcare le orme degli svedesi), i TD sanno coinvolgere l’ascoltatore in trame nel complesso abbastanza personali, convincendo sin dal primo ascolto.

Su nove tracce che compongono il presente “The Sea Of See Through Skins” sono diversi i momenti rilevanti: “Triggering The Fear Reactor”, “Dog”, “Brains Trust” (convincente soprattutto sul finale), la bellissima strumentale “Ask E Sea” (che in più di una volta mi ha portato alla mente i francesi Gojira), “Riverse Arms” e “Tinge Of Irony”; taglio fuori tre brani nella parte centrale, a mio parere un leggero calo di tono comunque subito ripreso. Se devo essere sincero avrei gradito un maggior numero di momenti più melodici e strumentali, come quelli presenti in gran parte dei pezzi sopra citati. Sono utili a staccare un attimo la spina, a riprendersi dall’impetuosa voce di Manthos che per carità, fa perfettamente il suo dovere, ma sconquassa forse un po’ troppo l’ascoltatore che si avvicina per la prima volta a questo death metal sui generis.

Detto questo non posso che sottolineare ancora una volta la grande maestria tecnica dei Tardive Dyskinesia, autori di un disco coraggioso, fortemente debitore verso altri lavori certo, ma non per questo incapace di affascinare e piacere. Il voto avrebbe potuto essere un po’ più alto, ma me lo conservo per il loro prossimo album, che mi auguro potrà limare i piccoli difetti menzionati (una struttura generalmente sin troppo ossessiva e sconquassante, e un generale senso di già sentito), conferendo finalmente al gruppo il successo e gli onori che si merita.





01. Triggering The Fear Reactor
02. Complicity
03. Downfall
04. Dog
05. The Sea Of See Through Skins
06. Brains Trust
07. Ask E Sea
08. Reverse Arms
09. Tinge Of Irony

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